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La strada del sacrificio

di Matteo Calcagni

Il ventilato arretramento di Kevin-Prince Boateng, dettato da esigenze tattiche e di equilibrio, non sembra essere ancora in programma. Negli ultimi giorni si era parlato di un possibile spostamento del ghanese sulla linea dei centrocampisti, ma è stato lo stesso Allegri a "smentirlo" in conferenza stampa. Al Friuli, da destra a sinistra nei tre della mediana, ci saranno Montolivo, De Jong (o Ambrosini) e Nocerino. Prince, dalla sua, si giocherà il posto con Emanuelson, nella consueta posizione di trequartista. Fatto sta che, come espresso tra le righe dal tecnico toscano, il ghanese sta modificando il suo gioco in relazione al nuovo Milan. Da incursore/fantasista ad uomo di sacrificio, sempre con il 10 sulle spalle, onde favorire se stesso e la manovra della squadra. D'altronde con Pazzini al posto di Ibrahimovic, è chiaro che Boateng debba adattarsi alle diverse caratteristiche del compagno di reparto. L'attaccante toscano apre meno spazi rispetto al bomber svedese, rendendo quindi molto più rare le scorribande in area dell'ex Portsmouth. Questo, tuttavia, non vuol dire che il nativo di Berlino non possa essere comunque efficace. "Boateng martedì ha fatto una gara di sacrifico e di voglia" ha dichiarato Allegri riferendosi alla prestazione di Prince contro l'Anderlecht. La prova del ghanese in Champions, certamente non scintillante, deve comunque essere il punto di partenza per qualcosa di diverso, che sia da trequartista o da mezz'ala. L'esplosività di Boa, innescata qualche metro addietro ed associata ad una precisa logica di sacrificio, renderebbe l'andamento milanista meno macchinoso e più fluido. L'evoluzione, oltre a migliorare il giocatore, potrebbe trasformare anche il Milan, attualmente alla ricerca di una sua precisa identità.


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