La sfida perfetta
Non è lo stesso Arsenal. E’ questa la prima risposta che viene da dare a coloro (tanti) che non vedono l’ora di consumare la vendetta. Il sorteggio di Nyon mette il Milan di fronte a un’altra inglese maledetta, seconda dietro al Liverpool, ma sempre tale, perché l’eliminazione dalla massima competizione europea patita a San Siro per mano dei “Ragazzi terribili” di Wenger fa ancora maluccio.
Sono cambiate tante cose, in entrambe le squadre: da allora sulla panchina del Milan – allora guidato da Ancelotti – si sono avvicendati due tecnici, mentre al timone dei Gunners c’era già allora Wenger. Il francese divideva il timone con quello che in estate è stato il più intrigante pensiero di mercato per i tifosi del Milan, Cesc Fabregas, autore del primo dei due gol subiti dai rossoneri, e di una prova magistrale. All’Arsenal che il Milan si troverà di fronte tra due mesi circa mancherà il capitano e il più grande centrocampista degli ultimi cinque anni. Non è cosa da poco, così come non trascurabile è l’ondata di cambiamento che ha investito Via Turati nel giro di tre anni.
Non è lo stesso Arsenal, ma non è neppure lo stesso Milan. Quanto diversi sono i colori rossoneri da quella scialba primavera…Quanto diverso è l’approccio al confronto, quanto diverso è il modo di concepire la vittoria, quanto diverso è il reparto avanzato, ora comandato da quel Zlatan Ibrahimovic che proprio contro l’Arsenal ha disputato, con la maglia del Barcellona una delle partite più belle e più strane della sua carriera. (Una doppietta non bastò a Guardiola a risparmiargli la sostituzione dopo 60 minuti di gioco). Lui quei colori comunque li ha già trafitti, e non vede l’ora di ripetersi, perché l’attesa è già cominciata. La speranza si chiamava Apoel, ma l’adrenalina viaggiava nel pacco con l’Union Jack, e la sfida alla capitale britannica è a ben vedere la più affascinante ed equilibrata possibile. Arsenal-Milan è la battaglia perfetta, ma è ancora lontana, non pensiamoci. E’ una parola…