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La doppia faccia del Papero

di Matteo Calcagni

Assist e gol a Plzen: un avvio bruciante di ripresa, segno che, a dispetto di una fragilità spesso esagerata, Alexandre Pato continua a possedere mezzi straordinari. L'altro lato della medaglia, tuttavia, lo ha evidenziato colui che lo ha voluto fortemente al Milan nel 2007: Carlo Ancelotti. L'ex allenatore rossonero, nel postpartita di martedì, non ha certamente usato parole al velluto per il giovane attaccante, cercando di stimolarlo a fare sempre meglio: "Sin dalla prima volta che t'ho visto all'opera ho pensato che un gol a partita per uno come te è poco. - Ha evidenziato l'allenatore emiliano a "Sky Sport" - Anche questa volta potevi segnarne tre. A volte sembra che giochi con sufficienza. Devi cercare di fare le cose semplici e fare gol". Ancelotti, che è stato il primo a gestire il talento del brasiliano, ha pienamente centrato il punto: il ventiduenne di Pato Branco, nonostante le cinque stagioni trascorse in rossonero, continua a peccare in continuità, alternando cose pregevoli a black-out improvvisi. Il Papero, che si è detto soddisfatto per la sua prestazione a Praga, ha anche dato ragione all'ex tecnico e maestro, conscio che la sostanza viene sempre prima della forma. L'arrivo di Carlitos Tevez, in un certo senso, può tramutarsi in un ulteriore stimolo per il nazionale verdeoro: la concorrenza si farà più serrata e, a quel punto, Pato sarà obbligatoriamente chiamato a quel salto di qualità atteso un po' ovunque.


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