La chiave è sulle fasce: Abate e Mesbah per fare la differenza
In un momento complicato, difficile sotto tutti i punti di vista, il Milan di Allegri si presenta al Friuli di Udine per provare a ribaltare un trend che negli ultimi tempi ha dato ben poche soddisfazioni al popolo rossonero.
I problemi del diavolo sono noti, mancanza di uomini fondamentali, assenza di alternative tattiche e, soprattutto, un gioco che sembra essere scomparso del tutto. La manovra della formazione del Conte Max è lenta ed abulica, molto spesso lasciata alle invenzioni di Ibrahimovic, spesso, forse troppo, cercato con lanci lunghi a scavalcare il centrocampo. Ecco il centrocampo, il reparto più colpito dall’infinita serie d’infortuni che stanno falcidiando la rosa di Allegri, affidato ai soliti noti ormai, gente muscolare e di corsa, ma pressoché priva di fantasia e geometria.
In attesa di recuperare Alberto Aquilani e Kevin Prince Boanteng, forse gli unici due capaci di dare aria alla manovra, il Milan deve provare a trovare delle alternative tattiche che sappiano ridare una parvenza di gioco ad una squadra apparsa a tratti inoffensiva nell’ultimo periodo.
In questo contesto, fondamentale sarà l’apporto sulle fasce dei due terzini, le frecce che dovrebbero dare superiorità numerica in attacco, garantire lo scarico facile e lasciare al centrocampo più spazio e tempo per ragionare. Nella sfida con l’Udinese i terzini avranno vita dura, i bianconeri sono abilissimi a giocare sulle corsie occupando perfettamente gli spazi fra sovrapposizioni e sfuriate lungo la linea laterale.
Allegri si affida nuovamente a Mesbah, nonostante l’ottima prova di Antonini in Coppa Italia, l’algerino dovrà portare nuova linfa sulla corsia sinistra, sfruttando la freschezza e, perché no, l’effetto sorpresa, lui che si è mostrato capace di sfruttare bene gli spazi e di essere dotato di un ottimo sinistro.
Dall’altro lato, dopo la sosta in coppa, torna Ignazio Abate, per lunghi tratti vero uomo in più del Milan degli ultimi anni, ma ultimamente apparso assente e piuttosto timoroso. Sarà una coincidenza, ma la flessione della freccia rossonera è coincisa con quell’errore nel derby che ha spalancato la strada della vittoria a Diego Milito. Fino a quel momento Abate era apparso impeccabile, perfetto in chiusura con diagonali sempre provvidenziali, splendido nelle galoppate sulla destra che aprivano scenari interessanti per le punte e per gli inserimenti dei centrocampisti. Da quell’errore, però, il ragazzo sembra aver perso un po’ di smalto, è rimasto più bloccato, come a voler evitare di scoprirsi per non mettere in difficoltà una difesa che può fare affidamento su due uomini di grande spessore come Mexes e Thiago Silva.
In una situazione d’emergenza, con un Milan più che incerottato, con una formazione pressoché improvvisata, ed una sfida difficile ma vitale per la classifica ed il morale, il Milan deve ritrovare la spinta sulle fasce, unico modo per ridare ariosità ad una manovra che troppo spesso si è chiusa per imbuti centrali, difficili da scardinare se non si hanno a disposizione piedi molto sensibili. Ci si aspetta tanto da Mesbah ed Abate, ci si aspetta che sappiano fare la differenza in un momento complicato come questo, a loro, che della corsa e dell’inserimento fanno le proprie armi migliori, si chiede di ferire l’Udinese ai fianchi come due lance che atterrano l’avversario per lasciare alla spada delle punte la possibilità di affondare il colpo finale.