La candidatura è arrivata: ora tocca al Pazzo
Dopo la tripletta in casa del Bologna, Giampaolo Pazzini è tornato alla ribalta. Nonostante le prestazioni altalenanti con la maglia nerazzurra, il neo bomber rossonero è tornato agli onori della cronaca con l’unico mezzo che può far cambiare giudizi di critica e tifosi: il gol. Alla prima da titolare infatti, al di là delle segnature, si è distinto per impegno, dedizione e quello spirito di sacrificio che non mostrava da tempo. La voglia di ritornare ad esultare alla sua maniera e l’opportunità di affermarsi a grandi livelli sembra lo abbia rigenerato, tanto da convincere Cesare Prandelli a riportarlo in nazionale. Attestati di stima, inoltre, gli sono arrivati anche da uno che di gol se ne intende: Pippo Inzaghi. Il neo allenatore degli allievi nazionali ha “benedetto” l’acquisto rossonero e lo ha candidato senza mezzi termini a suo erede: “Speravo che arrivasse lui perché secondo me è il centravanti che mancava: senza Ibrahimovic solo uno con le sue caratteristiche può fare quei gol. - Ha dichiarato a "La Gazzetta dello Sport" - Non mi sorprende che abbia cominciato così bene. Ha istinto, vede la porta ed è molto forte di testa: quest’anno può fare 15-20 gol. E’ arrivato al Milan a 28 anni, come me: spero che abbia la mia stessa fortuna''. I paragoni nel calcio spesso non portano grandi risultati, ma i punti in comune dei due attaccanti sono evidenti: caratteristiche molto simili, senso del gol, lavoro per la squadra e grande movimento in area di rigore. I numeri però pendono chiaramente a favore del neo mister ,162 gol in serie A, contro le 83 marcature del numero 11 milanista, ma il futuro del Pazzo sembra roseo. I primi gol sono arrivati, la candidatura ufficiale pure, ora tocca a Pazzini continuare a far sognare i tifosi rossoneri.
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