L'unica via d'uscita
Si parla di affari possibili e impossibili, di partenze e permanenze, di un nuovo Nesta da affiancare a un vecchio, insostituibile Thiago. Quello che sembrava un affare praticamente già chiuso solo pochi giorni fa, è divenuto una trattativa complicata, che fa dormire, almeno per ora, sonni tranquilli ai tifosi rossoneri. Perché dagli ultimi sviluppi relativi all’interessamento del Barcellona, si evince che il nome del difensore brasiliano sarà legato ancora alla casacca del Diavolo. Da un lato, accade perché il Barcellona sul mercato non è così forte come possa sembrare, o comunque non del tutto scevro da problemi che attanagliano praticamente tutta l’economica continentale; dall’altro, accade perché la sola prospettiva di un incontro Berlusconi-Al Maktoum nei prossimi giorni, è bastata a rasserenare ed ossigenare un ambiente troppo depresso per pensare ad un futuro florido. Che magari potrà materializzarsi proprio in seguito al riservatissimo summit di calcio ed economia, ma ci sono mille ragioni per cui è meglio non lasciarsi prendere da facili entusiasmi, e quella più importante è la nostra posizione geografica. Siamo in Italia, e da queste parti la fiscalità ha il potere di succhiare sangue e ossigeno, e scoraggiare anche gli investitori più coraggiosi. Ci vuole coraggio per pensare di fare business nel Belpaese, così come ce ne vuole ad abbandonare quello che per la famiglia Berlusconi è un affare di famiglia. Attualmente, a onor del vero, di coraggio ce ne vuole anche ad immaginare un Milan competitivo a livello internazionale, o meglio, capace di diventare tale contando solo sulle proprie forze. E’ uno scenario utopistico che – piaccia o meno – può avvicinarsi alla realtà unicamente contando su un aiuto concreto proveniente dall’esterno. Che porti ad una più serena gestione delle risorse, all’acquisto materiale di 1-2 top player, o all’obiettivo concreto del necessario stadio di proprietà, poco conta: l’ossigeno non farà danni.