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L'ultimo Bad boy

di Stefano Maraviglia

Boateng ha chiesto una squadra di "ragazzi cattivi", non è arrivato Carlos Tevez, ma la mediana acquista un "bad-boy" di quelli tosti. Sulley Muntari un nome una garanzia. L'ex nerazzurro arriva tra molti scetticismi, da una parte chi non nasconde la propria delusione per l'affare Tevez sfumato a più riprese, dall'altra chi ironizza sulle qualità del giocatore e sull'utilità dello stesso. Il caso riguardante l'argentino è ormai archiviato, almeno fino alla prossima riapertura, il capitolo riguardante il ghanese invece, va letto sotto ogni ottica. Parte sicuramente con degli aspetti da rivedere: il carattere e l'eccessiva confidenza con i cartellini (siano essi rossi o gialli), sono punti da mettere sul piatto della bilancia, di riflesso ci sono gli altri. L'età (28 anni) gioca a suo favore, il costo del cartellino (zero euro vista la prossima scadenza), risulta ancora un punto a suo favore, di mezzo ci sono l'esperienza e disponibilità anche in campo internazionale, un'esplosione mai completata definitivamente, un temperamento da gladiatore e tanta voglia di rivincita, dopo il tira e molla vissuto in nerazzurro. Ci sarebbe anche un ultimo punto da riportare: la fase realizzativa. Se da giovanissimo nei cinque anni all'Udinese ha saputo collezionare 125 presenze e 8 reti realizzate, nei 3 anni di Inter ha totalizzato 62 presenze, impreziosite da ben 7 gol. Non sarà il bottino di un mediano alla Nocerino, ma la crescita inividuale è di quelle importanti. Il suo ruolo è quello di cerniera nella mediana, chiedergli troppo di più sarebbe forzare la mano. In primis andrà chiarito l'atteggiamento da tenere in campo, il ruolo lo deciderà Allegri e il lavoro da svolgere, senza dubbio saprà gestirlo lo stesso Muntari, uno che a Udine ricordano bene, come tra i più grandi talenti dell'interdizione.


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