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L'ultima lotta del gladiatore: tra un'eredità annunciata e una stoccata generazionale

di Matteo Calcagni

Quel Gattuso che ha calcato il terreno di San Siro, a differenza della sua auto-definizione, ha dimostrato di non essere affatto un "gagliardetto". Il gladiatore ha difeso per l'ultima volta la maglia del Milan, regalando una prestazione di cuore e di gamba: per lunghi tratti ci è sembrato di rivedere il miglior Ringhio, quello che disputava sessanta partite l'anno, polmone inesauribile e spina nel fianco per ogni avversario. Voleva chiudere con una vittoria, voleva vincere con ardore, come dimostra il sentito abbraccio a Mathieu Flamini, autore del'1-1 che ha aperto la strada al gol di Pippo e al successo finale. Poi sono arrivate le lacrime, copiose, anche per un duro ed ispido combattente come lui: tredici anni non si dimenticano facilmente, soprattutto se vissuti con l'intensità del roccioso vice-capitano. A fine gara, schietto come sempre, Gattuso non ha esitato a svelare succosi retroscena, punzecchiando anche qualche compagno più giovane di lui. Lo spogliatoio perde un vero leader e Galliani lo sa: quest'ultimo, come confermato dallo stesso giocatore, ha tentato di dissuarderlo dalla sua decisione, ma senza successo. Ora l'eredità del trentaquattrenne calabrese finirà sulle gambe e sulle spalle di Nocerino: lo stesso Rino, nel pospartita, ha consegnato virtualmente la sua numero 8 all'ex rosanero. Un passaggio di consegne ventilato dai più, considerando quanto profuso e dimostrato dal Noce in quest'annata: uno spirito diverso da quello di Gattuso, ma ugualmente efficace. La stoccata è invece arrivata per le nuove generazioni, con le quali dovrà vedersela il "superstite" Massimo Ambrosini. Rino ricorda i suoi atteggiamenti d'ammirazione e timore verso mostri sacri come Maldini e Costacurta, paragonandoli al menefreghismo dei giovani d'oggi. E' auspicabile che, anche se non da giocatore, Rino possa tornare presto in società, rinforzando l'ambiente con la sua grinta e la sua determinazione: i ragazzi dovranno prendere esempio da un uomo come lui, più forte della malattia, mai domo in campo e nella vita.


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