L'altra emozione...
Quella voglia matta che non passa mai, ma che purtroppo non appartiene a tutti. Purtroppo, di Gennaro Gattuso ce n’è soltanto uno. Siamo reduci da un bel pomeriggio di festa a San Siro, dove quelli che speriamo saranno i nostri futuri beniamini hanno ricevuto in premio dalla società rossonera la possibilità di assistere all’allenamento dei nostri (e dei loro) beniamini attuali. Una possibilità non da poco: non è mai banale ammirare al lavoro degli atleti di primo livello. Malgrado la seduta programmata da Allegri non sia stata certo di quelle intense, è stato interessante notare come in allenamento Urby Emanuelson sia soltanto un lontano parente della mezzala timida scesa in campo finora con la casacca rossonera; al limite della banalità è invece la capacità di Ibra e Thiago di apparire sfacciatamente superiori. Non riesce a tutti avere pronta la giocata ancora prima di ricevere la palla: è questo il segreto per tesorizzare al massimo i palloni a disposizione, una verità che non tutti riescono a trasformare in fatti.
Così come non tutti possono fare sfoggio della grinta che da sempre contraddistingue i passi di Gennaro Gattuso: quell’ardore mai sopito, che il tempo, gli infortuni, i dubbi, le discussioni, le vittorie e le sconfitte non potranno mai spazzare via. Ecco: è stato emozionante vedere Rino alla guida del gruppo durante la fase dedicata agli allunghi, vederlo ringhiare e scalciare su tutti i palloni che gli passavano davanti durante la partitella, vederlo parlare con tutti i compagni, sentirsi colonna portante di uno spogliatoio che è soprattutto suo. Malgrado tutto…