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Kalulu-Tomori muro di un Milan che difende attaccando. Un mese di porta inviolata

di Antonello Gioia

La miglior difesa è l'attacco, recita un noto e vecchio proverbio. E per Stefano Pioli è in questo adagio che risiede il modo migliore in cui il suo Milan può difendere: "Noi siamo votati all'attacco, a creare sempre pericoli e se lo facciamo attacchiamo anche meglio. Non siamo capaci di difendere bassi. Ognuno ha le sue caratteristiche, a me piacciono queste e noi siamo capaci di farlo".

Difesa di squadra
Per fare ciò, è necessario, comunque, che la formazione sia dotata di difensori con un certo tipo di caratteristiche. Kalulu e Tomori, in questo senso, ne rappresentano gli uomini - alternativi in prima istanza, insieme per necessità - capaci di tenere molto alto il baricentro della squadra, grazie a velocità sui recuperi e ad aggressività in uscita sugli avversari; di conseguenza, il resto della squadra collabora pressando alto gli avversari e permettendo, in buona percentuale di casi, un recupero palla alto e più pericoloso per il successivo contrattacco.

Marzo a zero
I numeri non dicono tutta la verità, ma certamente non mentono. Da quando Kalulu ha affiancato Tomori al centro della difesa, cioè dal derby del 1 marzo, il Milan non ha subito alcun goal: zero contro l'Inter nella semifinale di andata di Coppa italia, zero al "Maradona" contro il Napoli, zero a San Siro contro l'Empoli e zero, ieri, all'Unipol Domus di Cagliari. Un mese di marzo di porta inviolata, durante il quale Tomori e Kalulu hanno sì recitato la voce grossa, ma per il quale bisogna anche lodare la prontezza di Maignan nei pochi interventi effettuati di media a partita (uno, per esempio, decisivo sia contro Empoli che contro il Cagliari) che il lavoro di tutta la squadra.


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