Kakà e un erede designato
“Panta rei”, diceva Luciano De Crescenzo: “tutto scorre”. E come dargli torto? Passa il tempo, passano le gioie, i dolori, passano le persone, ed enfatizzando il concetto in ambito calcistico, passano i giocatori. La storia, le delusioni e l’esperienza ci insegnano che la maggior parte degli atleti che vestono una maglia fa fatica a cucirsela addosso, e prima o poi matura la voglia di cambiare aria. Ma ci sono giocatori che colpiscono fin dal primo momento in cui si mostrano con una maglia sulla pelle, che riescono a lasciare a bocca aperta per ciò che fanno con una palla al piede e per ciò che sono lontano dal rettangolo verde. Questi giocatori sono gli unici capaci di rimanere anche quando sono andati via. Accostando questo concetto ai colori rossoneri – all’ultimo decennio della storia rossonera – il primo nome che viene in mente è quello di Ricardo Kakà, in questi giorni al centro di un nuovo tira e molla alimentato dalla bramosia degli sceicchi. Kakà è molto probabilmente il fuoriclasse più completo degli ultimi dieci anni milanisti: è riuscito fin da subito ad incarnare un calcio straordinario, sotto tutti i punti di vista. Riusciva ad elevarsi una, due, tre spanne sopra gli altri 21 in campo, ma al contempo rimaneva sulla terra. Mai una reazione scomposta, mai un gesto mosso dalla cattiveria pura, mai un atto di presunzione. Sempre sorrisi e compostezza, dentro e fuori dal campo. Ebbene, se a queste ultime 10 righe (comprese quelle relative al dubbio sul fuoriclasse più completo degli ultimi dieci anni) volessimo cambiare solamente il soggetto e chiedessimo aiuto ad un ideale sistema di intelligenza artificiale, questo andrebbe immediatamente a pescare in Brasile, e dal database tirerebbe fuori il nome di Thiago Silva. Giocano in un ruolo diverso, sì, ma Kakà e Thiago Silva sono inequivocabilmente accomunati da un particolare: lo fanno straordinariamente bene, tanto da risultare i migliori della classe. E la forza, l’eleganza, la padronanza, la rapidità di esecuzione, la capacità di anticipare sempre la mossa avversaria, vanno in entrambi i casi di pari passo con quell’aura di pulito, di composto, di umano e rassicurante che rappresenta un dono di natura e che, ahinoi, è caro non a pochi, ma a pochissimi, in questa come in tutte le categorie del genere umano…