Infortuni e critiche per un diavolo sotto processo
Quanta confusione intorno al Milan, una stagione partita con tanta nebbia che avvolge la squadra di Allegri e critiche come se piovesse.
Uno degli argomenti più stimolati in quest’ultimo periodo, e non solo, è quello relativo agli infortuni di casa Milan, vero flagello nelle ultime due stagioni, già preoccupante all’inizio di questa. Sono tanti i giocatori in infermeria, ed allora ecco che spuntano i processi allo staff tecnico ed ai metodi di casa Milan.
Immancabile, naturalmente, la solita litania su “Milan Lab”, secondo alcuni, male informati, la ragione di ogni male di casa rossonera. Mettiamo fine alla querelle legata allo strumento in questione, perché il programma Milan Lab, voluto fortemente da Pierre Messermann ed Adriano Galliani a suo tempo, altro non è che un sistema di elaborazione dei dati. Per dirlo in parole spicciole un computer, collegato alle macchine d’allenamento, che raccoglie dati e riferimenti di ogni atleta per permettere di elaborare sistemi di allenamento personalizzati. Inizialmente il software sceglieva anche esercizi e programmi, con la presunzione che un sistema operativo potesse sostituirsi all’umano e limitare gli infortuni, ma questa funzione è stata accantonata ormai anni orsono, e Milan Lab si limita ad essere un database su cui i tecnici possono lavorare per organizzare il lavoro della squadra.
Messo da parte il finto problema Milan Lab, sottolineiamo quanto il centro sportivo rossonero sia giudicato come una vera e propria perla, un insieme di componenti che ne fanno un luogo di lavoro unico nel suo genere in Europa. Non è un caso se campioni degli sport più disparati chiedono di potersi allenare a Milanello, in particolare quando hanno necessità di recuperare da un infortunio, ultimo di una lunga lista Thiago Silva. Per quel che riguarda i mezzi e l’impianto, quindi, nulla si può appuntare al Milan che tra l’altro è stato capace di rimettere in sesto giocatori come Cassano e Gattuso, colpiti da problemi di una certa importanza, in tempo record.
Qualcosa, sicuramente, c’è da appuntare a Massimiliano Allegri ed al suo staff, perché evidentemente i carichi di lavoro sono molto importanti e si rispecchiano in partenze con il freno a mano tirato delle squadre del livornese, sin dai tempi di Cagliari. Allo stesso tempo, però, non c’è da aprire altri processi al momento, perché se è vero che gli infortunati ci sono già, lo è altrettanto il fatto che di problemi muscolari ce ne sono stati solo tre (certo non pochi), uno dei quali di natura traumatica tra l’altro (e capitato ai muscoli non certo irreprensibili di Alexandre Pato), un numero non impressionante in un periodo della stagione in cui i muscoli di tutti i calciatori sono affaticati ed ancora da rodare.
Nulla a che vedere (almeno per adesso) con quanto accaduto negli anni scorsi, con serie interminabili di infortuni che hanno falcidiato a ripetizione la rosa del diavolo. Se il livornese potrebbe avere delle colpe, dall’altro lato ha anche parecchie attenuanti per quanto accaduto nelle ultime due stagioni. Sì, perché è vero che gli stop sono stati tanti e continui, ma lo è altrettanto il fatto che la rosa era composta da una serie di giocatori piuttosto inclini agli infortuni, con un’età media abbastanza elevata. Nel Milan vi erano malati cronici, quali Pato e Nesta per esempio, oltre ad una serie di giocatori che per età era soggetta a problemi di natura fisica, quali tutta la schiera dei senatori, molti dei quali ci hanno salutato nel maggio scorso.
Attenzione ad aprire già il processo al Milan, aspettiamo gli eventi ed attendiamo che i carichi di lavoro della preparazione siano smaltiti, poi potremo tirare le somme, senza dare la caccia ai fantasmi, ma provando a ragionare sul perché di ogni stop, senza “fare di tutti gli infortunati un Pato”.
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