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Incoerenza Milan, chi è senza peccato...

di Luca Guazzoni

Tre punti in quattro giornate. Meno 9 dalla Juve che è già in fuga per il 29esimo scudetto. Lo sconforto rossonero, con gli invasati che frequentano stadi e bar che non sanno se ridere dal nervoso o piangere dalla tristezza. Perché in questa prima e funesta parte di stagione quello che preoccupa di più resta l’immobilismo della dirigenza, stritolata dalla paura di sforare nel bilancio e dal timore di prendere decisioni irreparabili.
Galliani è uno dei migliori dirigenti italiani per la capacità di imbastire trattative lampo, sfruttando i canali preferenziali che si è creato in 26 anni tra presidenti e procuratori. Da questa stima però la domanda nasce spontanea: “Dove sta la coerenza?” Perché se davvero Galliani è serio quando dice “con l’acquisto di De Jong il Milan non è da terzo posto, ma è da scudetto”, allora il prode Allegri deve essere messo alla porta in un baleno. Perché la stagione, nemmeno finito settembre, è già estremamente compromessa.
Se invece il buon volpone brianzolo ha giocato alle tre carte, nascondendo il reale valore del Milan – squadra da media classifica – per cercare di dare una scossa all’ambiente, i tifosi possono sentirsi bellamente presi per i fondelli. E i 72 (2400 secondo la Questura) che hanno chiesto il rimborso non sono mica tanto peregrini. Perché su una cosa non si può transigere: l’onestà di chi amministra. Come in politica. E allora lo si dica quali sono i piani: se di rinnovamento o di smantellamento. Un tifoso milanista non ha problemi ad accettare un paio di stagioni “fiacche” dopo le 26 trionfanti dell’epopea berlusconiana, di fronte alla prospettiva di un nuovo ciclo.


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