.

In campo questo è il Milan peggiore degli ultimi dieci anni. E fuori?

di Manuel Del Vecchio

La partenza del Milan di Paulo Fonseca, che al 10 di ottobre non ha vinto il 60% delle partite giocate, è la peggiore degli ultimi dieci anni, riporta Sky Sport in una grafica: tra Serie A e Champions League si contano tre vittorie, due pareggi e quattro sconfitte, con sedici gol fatti e tredici subiti.

In ordine di media punti, dal Milan migliore al Milan peggiore dell’ultimo decennio.

Milan di Pioli, 1.88 media punti dopo 9 partite.
Milan di Mihajlovic, 1.76 media punti dopo 9 partite.
Milan di Gattuso, 1.75 media punti dopo 9 partite.
Milan di Montella, 1.75 media punti dopo 9 partite.
Milan di Inzaghi, 1.38 media punti dopo 9 partite.
Milan di Giampaolo, 1.29 media punti dopo 9 partite.
Milan di Fonseca, 1.22 media punti dopo 9 partite.

Un dato che fa riflettere, ma che sicuramente va contestualizzato. Questa squadra, così come quella di Pioli, gioca in Champions League. Quella di Gattuso e Montella in Europa League, le altre invece erano fuori dalle competizioni europee. Bisogna ammettere che questa formazione, probabilmente al pari di quella a disposizione di Pioli, è la più forte della classifica. Eppure è quella che rende di meno. Colpa degli avversari? Sì e no. Quest’anno il Milan ha vinto contro Inter, Lecce e Venezia, perdendo però contro Parma, Liverpool, Leverkusen e Fiorentina. Si può vincere e si può perdere contro chiunque: quando c’è questo sentore il discorso va spostato dagli avversari a sé stessi.

Non può essere altrimenti, visti i tanti giocatori nel fiore della carriera: (l’elenco non vuole essere accusatorio, ma solo un elenco, ndr) Maignan, Tomori, Theo, Reijnders, Loftus-Cheek, Fofana, Pulisic, Chukwueze, Morata, Leao. Tutti calciatori negli anni migliori della propria carriera, con esperienza internazionale e titolari, più o meno, nelle proprie selezioni. Allenati da Fonseca, che ha esperienza in Italia, Ucraina, Portogallo e Francia. Nessuno pretende risultati clamorosi fin da subito perché bisogna concedere almeno l’alibi del cambiamento radicale dopo anni di un certo tipo di calcio, ma non è neanche possibile ritrovarsi in una situazione del genere al 10 di ottobre. Nel giro di poco tempo si è esaurito tutto l’entusiasmo costruito faticosamente negli ultimi anni.

Come si è arrivati a questo punto? I giocatori danno il massimo? L’allenatore è adatto? Le scelte dei dirigenti sono state adeguate? La priorità della proprietà qual è? I tifosi si interrogano su questo e tanto altro, rifiutandosi di accettare che questo Milan, per giocatori a disposizione ed esperienza maturata negli anni dagli stessi, sia il peggiore degli ultimi anni.

Eppure è la realtà e conta solo quella: conta che si approccino le gare “minori” regalando il solito tempo agli avversari e conta che dopo quattro anni di Champions League si vada in Europa ancora da Cenerentola. Conta che dopo anni di “estremismo tattico” si sia andati a scegliere un altro allenatore, che sicuramente ha bisogno di tempo, molto tranchant nelle sue idee calcistiche. Conta anche un ambiente in continuo subbuglio, tra spifferi e fazioni che non fanno bene a nessuno.

Contano tutte queste cose e ad oggi questo è il peggior Milan degli ultimi 10 anni: quello che accade in campo si riflette fuori e viceversa, innescando un circolo vizioso autodistruttivo. Tutto da buttare? Assolutamente no, anzi. Ma chi va in campo (e chi li schiera) ha decisamente bisogno di cambiare attitudine, idee ed atteggiamento.
 


Altre notizie
PUBBLICITÀ