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Il Professore insegna ancora...

di Antonio Vitiello

Tre anni all'Inter, poi 10 anni di rossonero. Trecento presenze e 47 gol, Clarence Seedorf dopo una vita trascorsa col Milan ha deciso di affrontare una nuova avventura al Botafogo in Brasile ma il “Professore” insegna ancora, pure a distanza, soprattutto in vista del derby, lui che ne ha decisi tanti. Ha lasciato la grande famiglia rossonera ma un giorno è deciso a tornare: “Certo, perché no? Il rapporto con la società è sempre rimasto ottimo. Mi è spiaciuto non salutare i tifosi ma il non congedo è ancora più significativo perché vuol dire che non è finito niente – ha dichiarato al Corriere della Sera - . Ringrazio tutti per gli anni che abbiamo vissuto insieme allo stadio. Il futuro nessuno lo conosce ma se ci fosse l’occasione, il ritorno sarà ancora più bello”. Il centrocampista olandese, unico giocatore al mondo ad aver vinto 4 Champions con tre squadre diverse, sa come si vince e sa come si prepara un derby. E' sempre stato un allenatore in campo e a 36 anni ha la maturità giusta per capire quando bisogna cambiare pelle per tornare a vincere. Non sempre si può condurre il gioco, arriva anche il momento in cui bisogna lasciare il pallino agli avversari e colpire in contropiede: “Un allenatore ha il compito di trasmettere certezze e tranquillità alla squadra. Con un buon lavoro tecnico-tattico adeguato alle caratteristiche della squadra si può invertire il trend: effettuare meno possesso palla e più ripartenze non è una vergogna”. Suggerimenti al suo ex allenatore e anche ai compagni di squadra rimasti a Milanello dopo il grande esodo di giugno scorso, quando tutti i veterani hanno svuotato l'armadietto portando con se tanti ricordi ma lasciando una parte del loro cuore ancora al Milan: “L'addio dei senatori? La società era consapevole del buco che lasciavano. Negli anni passati hanno dato l’addio grandissimi come Maldini, Costacurta, Cafu ma in ogni occasione c’erano giocatori pronti a sostituirli. Ora questo ricambio non c’è stato. Ecco perché l’impatto è diverso. Ma non spetta a me dire se è sbagliato: è stata una scelta. Di certo la società ora dovrebbe prendere in mano la situazione per indicare la strada con chiarezza”, insegna ancora il “Professore”.


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