Il modello tedesco fa proseliti: Ranocchia, Galliani, Barbara, Inzaghi. Tutti accomunati da un unico desiderio
Si respira aria di Germania. Non solo in un Europa sempre più tedescocentrica. Ma anche nel calcio. La vittoria degli uomini di Low nel mondiale brasiliano ha suggellato un percorso di crescita esponenziale iniziato più di un decennio fa. Questa voglia di seguire il ''Modello Germania'' ha letteralmente investito il calcio italiano in maniera fragorosa. Tutti sono stati travolti dall’effetto tedesco: dirigenti, addetti ai lavori, tifosi, giocatori, allenatori. A Milano la voglia di imitare la squadra di Low è aumentata a dismisura. Su entrambe le sponde. Pochi giorni fa il neo capitano nerazzurro Andrea Ranocchia durante un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport sottolineava come ''Il gruppo è totalità e forza. Guardate la Germania: non una stella alla Ronaldo o Messi ma tanti ottimi giocatori che insieme hanno vinto e stravinto''. Il difensore nerazzurro aspira a ripercorrere le orme di un club tedesco in particolare, il Bayern Monaco: ''Prendete il Bayern: negli anni ha ritoccato, modellato, inserito, e praticamente è da tempo che resta la più forte in assoluto. Oltre a questo consideriamo anche l’espansione del marchio''. Esempio di gestione manageriale che non a caso è stato subito sottolineato con ammirazione dall’amministratore delegato rossonero Barbara Berlusconi. Lady B il giorno dopo la coppa del mondo sollevata al cielo del Maracanà a tal proposito ha dichiarato: ''Questo successo viene da lontano. Arriva dall’inizio del Duemila quando la Germania ha deciso con coraggio di cambiare uomini e regole. E’ un Paese che, nel governo del calcio, ha dimostrato di avere una forte programmazione, di possedere una federazione capace e innovatrice, in grado di investire sui vivai, sugli stadi, sui conti in ordine e su tutto ciò che in Italia non si è fatto e che mi pare non si abbia intenzione di fare''. L’altro amministratore rossonero, Adriano Galliani ha tracciato la via che seguirà il Milan firmato e formato da Pippo Inzaghi: ''Se volete sapere come giocherà il Milan di Inzaghi, guardate la Germania e fate attenzione ai movimenti di centrocampisti e attaccanti. E’ questo il modello di Pippo''. Proprio così. Filippo Inzaghi è un grande sostenitore e ammiratore della scuola tedesca. Il modulo che ha in testa è il 4-3-3. Non a caso lo stesso modulo della Germania che mischia, riuscendoci alla perfezione, il palleggio di Guardiola della scuola Bayern alle verticalizzazioni in velocità del Borussia. I rossoneri, non potendo disporre di interpreti nemmeno avvicinabili alla qualità della rosa di Low, devono seguire una logica ben precisa: perseguire un idea di gioco sopra i singoli, l’organizzazione, manageriale e di campo, cura dei dettagli. Sull’ultimo aspetto la garanzia si chiama Pippo Inzaghi con il suo numeroso e qualificato staff al seguito. Si prenda ad esempio il preparatore dei portieri Alfredo Magni strappato al Brescia. Ecco cosa dice di lui il nuovo mister rossonero: ''Per due anni gli ho fatto la corte per portarlo in rossonero, finalmente mi ha seguito. A lui, come a me, piace il portiere alla Neur: bravo tra i pali, ma pronto a fare da libero aggiunto all’occorrenza''. Effetti collaterali del Mondiale. Anche se, l’abbiamo sottolineato prima, vincere da subito come i tedeschi non sarà semplice: ''Non siamo pronti per farlo subito, ma nei ragazzi ho visto la voglia di tornare a fare i professionisti seri e di riportare il Milan dove merita'' ha chiosato Super Pippo. Che sia un Milan über alles si augurano i tifosi.