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Il Milan spaventa il Leverkusen ma non basta, arriva il secondo ko in Champions

di Gaetano Mocciaro

Calendario peggiore difficilmente poteva capitare, Paulo Fonseca lo aveva evidenziato e il campo alla fine ha parlato: a Leverkusen arriva la seconda sconfitta in altrettante partite, ma in compenso ci regala ben altro Milan rispetto a quello osceno visto contro il Liverpool. E se contro i reds la prestazione fu tanto brutta da portare molti sostenitori a fischiare, stavolta la squadra ci prova fino all'ultimo, mantenendo a lungo l'equilibrio e provando in tutti i modi a raddrizzare la partita una volta andati sotto. 

Fonseca non rischia Morata ed è questa l'unica novità proposta. Si rivede Loftus-Cheek in posizione più arretrata con Reijnders a fungere da trequartista alle spalle di Abraham. Confermati Emerson Royal terzino destro e Tomori come centrale al fianco di Gabbia. L'inglese soffre in verità la fisicità di Boniface e dà più volte l'impressione che un giocatore di stazza come Pavlovic avrebbe forse fatto al caso in una serata come questa. Il Leverkusen sfrutta le fasce, impone un ritmo alto e mette sotto il Milan, Maignan è più volte impegnato e la filosofia del gioco dominante di Fonseca si trasforma in un italico difesa e contropiede, in ogni caso mal sfruttato.

Meglio nella ripresa, ma solo dopo che il Leverkusen ha sbloccato la partita: Taglio perfetto di Grimaldo, che sfrutta un ottimo suggerimento di Garcia ed è bravo a servire di tacco Frimpong. L'esterno calcia verso la porta, trovando una risposta di Maignan che poi non può nulla sul tap-in di Boniface. Bayer avanti meritatamente al 52'. Il nigeriano già nel primo tempo si era visto annullato un gol per fuorigioco di Frimpong nell'avvio dell'azione.

Gol che è la sveglia per il Milan, che smette definitivamente di "rispettare" troppo i campioni di Germania, mette la testa avanti e scopre che alla fine dei conti i tedeschi non sono poi così invulnerabili. E del resto se la squadra di Xabi Alonso in Bundesliga ha subito 10 reti in 5 partite ci dovrà pur essere un motivo. Le occasioni fioccano: Reijnders spaventa Hradecky, poi Pulisic, poi Morata da subentrato spreca di testa da due passi. A otto minuti dalla fine Theo Hernandez prende la traversa. I minuti finali sono spettacolari, quelli che ci si attende da due squadre con vocazione offensiva. Il Diavolo "annusa" la paura delle aspirine di venire raggiunte, spinge ma non basta, triplice fischio, partita al Bayer col minimo scarto. Il Milan però c'è e a fine gara reclama pure per un rigore non assegnato per fallo su Loftus-Cheek, sul quale non interviene nemmeno il VAR.  Si riparte fra tre settimane, contro il Brugge a San Siro con una classifica che è da raddrizzare.


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