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Il male del Milan

di Francesco Somma

L’ennesima domenica da dimenticare, senza mezzi termini. Non inganni il fatto che l’ultimo pareggio è stato ottenuto contro il Napoli, comunque una grande, comunque una concorrente diretta per la conquista del tricolore. Quel tricolore che lo scorso campionato è arrivato con merito e con relativa facilità e che quest’anno sta allontanandosi sempre di più. Ora, si può puntare l’indice contro le individualità, contro il singolo, contro l’allenatore, contro la società. Oppure si può dare un’occhiata ai risultati, a come sono arrivati e contro chi sono arrivati, per capire che in pochi mesi sono cambiate tante cose. Troppe cose. Qualche giorno fa abbiamo messo sotto la lente di ingrandimento -  tenendo come cartina di tornasole la frase dei saggi “per vincere lo Scudetto bisogna battere le piccole” – i punti che il Milan ha lasciato per strada lungo l’impervio percorso a tappe contro le grandi. Sono 13. Anzi, erano 13 solamente nel girone d’andata, al netto delle pesanti sconfitte patite contro Inter, Juve e Napoli, e dei pareggi ottenuti contro la Lazio e l’Udinese. E siccome abbiamo ancora il retrogusto di ostriche, caviale ed aragoste dall’ultimo campionato, i pareggi interni contro Udinese e Lazio li consideriamo occasioni mancate. Non ci siamo divertiti a farlo, ma abbiamo sottolineato criticamente un dato preoccupante. Che era tale una settimana fa, e da ieri lo è ancora di più, perché  con i tre punti persi contro la Lazio e con i due persi ieri contro il Napoli, il dato preoccupante è adesso supportato da 18 lunghezze in meno. La spia inequivocabile di un’ansia da prestazione, di una difficoltà oggettiva o – perché no? – dell’inferiorità nei confronti delle più grandi del calcio italiano. A pochi giorni da Udinese-Milan, e con la sfida alla Juventus nel mirino, non è la migliore delle notizie. Tanto in mezzo c’è il Cesena: basta battere le piccole…


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