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Il gol di Ibra e il rigore di Romagnoli: Gazidis, è ora di farsi sentire dove conta

di Pietro Mazzara

A ore di distanza dal rigore fischiato, non c’è una spiegazione convincente sulla decisione presa dall’arbitro Calvarese, discusso fischietto di Fiorentina-Milan. Il direttore di gara, nel post partita, ha detto ai dirigenti rossoneri che il tocco di Romagnoli sul pallone non era così deciso dal potersi considerare prevalente rispetto al contrasto con Cutrone. In pratica, il fatto che il capitano milanista entri in contatto con il pallone cambiandone la direzione, è passato in secondo piano rispetto alla dinamica del corpo a corpo con l’attaccante della Fiorentina. Se non è una follia, poco ci manca. Perché per un caso analogo, lo scorso anno, al Milan non venne concesso un calcio di rigore durante la partita con la Sampdoria a Marassi, in una fase della stagione cruciale. E sia ben chiaro che nessuno ha additato colpe alla Fiorentina, che è pervenuta al pareggio finale, ma qui c’è un unico responsabile, in combinata con il collega al VAR, ovvero i signori Calvarese e Nasca. Maldini e Pioli sono stati chiari, ma anche signorili. Adesso serve che Gazidis si faccia sentire in Lega, perché il Milan deve essere tutelato dove conta e dove i rossoneri, oggi, hanno un peso politico inferiore rispetto agli anni passati. Il fischietto di Terni, sul contatto Romagnoli-Cutrone, non va nemmeno a vederlo al VAR, il che avrebbe comunque scatenato polemiche, ma lo avrebbe parzialmente assolto in quanto avrebbe potuto controllare al video il contatto. Invece è andato dritto, con Nasca che lo ha indotto all’errore nella comunicazione in cuffia.

INTERPRETEAZIONE INCOMPRENSIBILE -  Anche il gol di Ibrahimovic andrebbe analizzato nel dettaglio. La regola dice che se in occasione di una rete, l’azione ha visto la comparsa di un tocco con la mano, questo va annullato. Ma lo sviluppo della medesima azione ha avuto diverse sfaccettature. In primis Ibrahimovic viene spostato dalla sua posizione naturale da Castrovilli, che con una spintarella determina il movimento del braccio – che rimane perpendicolare al corpo senza aumentarne il volume – che poi sarà la causa dell’annullamento. Ibra va a contrasto con Dalbert, con quest’ultimo che non gioca il pallone. Qui l’effetto della mano di Zlatan è ancora attivo. Ma poi, prima di battere a rete e segnare, Ibrahimovic va a contrasto con Caceres che entra sul pallone con il chiaro intento di giocarlo per portarlo via all’avversario. In questo caso, in teoria, dovrebbe decadere il precedente contatto con la mano del milanista perché il difensore della Fiorentina, qualora avesse conquistato il pallone, avrebbe sanato tutto. Invece perde il contrasto, Ibra segna un gol spaziale e Calvarese va a giudicare solamente il “punto di contatto” tra l’avambraccio di Ibrahimovic e la sfera, senza considerare la causa scatenante, ovvero la spinta di Castrovilli. Il tutto in pochi secondi. Ma questa decisione, rispetto a quella sul rigore, è probabilmente più digeribile, anche se a fatica.

FARSI SENTIRE -  Come scritto poco sopra, oltre alle uscite pubbliche di Pioli e Maldini, serve un’ulteriore presa di posizione da parte di Ivan Gazidis, ovvero l’uomo che si occupa della politica milanista. Dopo l’intervista alla Gazzetta, i cui contenuti non sembrano aver convinto l’ambiente milanista esterno a Casa Milan, serve che il CEO milanista si faccia sentire in via Rosellini. In Italia funziona così e qui si deve vedere anche la sua capacità di far valere i diritti del Milan, che poi sono gli stessi delle altre squadre, nel ricevere un trattamento equo da parte degli arbitri. Perché di episodi decisivi, in stagione, ce ne sono già stati diversi. E tutti contrari.  


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