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Il Covid come spartiacque, la sosta come occasione per rigenerarsi: ora il Milan si aspetta il vero Diaz

di Salvatore Trovato

Un 2021 sull’ottovolante. Su in alto, poi giù, ma proprio giù. L’anno di Brahim Diaz è stato una sorta di saliscendi: iniziato col botto, chiuso un po’ così. Senza andare troppo indietro coi mesi ma soffermandoci all’attuale stagione, lo spagnolo ha mostrato il lato migliore e peggiore di sé. Il Covid come spartiacque? Può darsi, ma negli occhi dei tifosi c’è sempre lo scintillante Diaz della primissima parte di campionato.

Il calo inaspettato
Troppo brutto, per essere vero, il Brahim di novembre-dicembre. Un giocatore involuto, senza magia né verve. Il virus lo ha certamente penalizzato, stoppando bruscamente il suo periodo straordinario e costringendolo a rimanere ai box con tutte le conseguenze del caso. Pioli, però, si aspettava qualcosa in più dal folletto iberico, uno dei giocatori di maggiore qualità della rosa. Diaz non ha dalla sua la stazza, quindi fatica a dare un contributo importante alla causa quando le gambe e il fiato non lo sostengono.

Di nuovo al top
La speranza è che la sosta possa restituire a Pioli un Brahim tirato a lucido. Lo spagnolo è un fulcro fondamentale del gioco rossonero, un fattore determinante. Insomma, c’è un Milan con Diaz e uno senza, inutile girarci intorno. Averlo al top della forma farà tutta la differenza del mondo. 
 


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