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Il campo (e la pronuncia di Fonseca) dice che Fofana fa rima con dogana

di Manuel Del Vecchio

"Lo sanno tutti, il mediano è Fofana" diceva mister Paulo Fonseca in estate con il mercato agli sgoccioli. Anzi, "Foffána", con la sua tipica cadenza portoghese. Il Milan lo ha inseguito per tutta l'estate, facendo cadere mattone dopo mattone il muro eretto dal Monaco. Tanto lavoro diplomatico e la voglia del giocatore di vestire rossonero hanno fatto sì che Youssouf arrivasse infine a Milanello. Ci ha messo un paio di partite per fare il titolare, ma poi non ha più smesso. È cresciuto di match in match, adattandosi alla nuova realtà e al nuovo ruolo che Fonseca gli ha cucito addosso.

Il francese è spesso accoppiato a Reijnders, ma in fase di possesso si ritrova a fare da vertice centrale visto che l'olandese ama scorribandare in avanti: in queste situazioni sta dimostrando di riuscire ad amministrare bene e con pazienza il giropalla iniziale. Ma dove stupisce (in realtà no, è stato preso per questo) è in fase di non possesso. Chiunque abbia visto il Milan negli ultimi due anni non ha potuto non pensare che mancasse un centrocampista con determinate caratteristiche difensive. Non il classico "mediano roccioso" anni '90, ma un calciatore dinamico e moderno che potesse essere utile nelle due fasi, in particolare nelle coperture preventive e nell'intercetto.

Con circa un quinto di stagione alle spalle è facile sbilanciarsi già sul numero 29: è un giocatore forte. Ed oltre che forte, maledettamente utile. La strepitosa prova al Bernabeu ne è ormai l'ennesima dimostrazione: di fronte ai vari Modric, Valverde, Tchouameni e Bellingham il francese non è mai andato fuori giri, anzi. È stato determinante anche in zone più avanzate, come con l'intercetto a centrocampo che ha portato poi al gol dell'1-2 di Morata. Dopo il Monza ha parlato ed è stato essenziale e diretto, come in campo: "Un sogno giocare al Bernabeu? Non è un sogno. Il sogno è stato diventare professionista, ora è un lavoro. Il Real ha vinto un sacco di Champions, ma non importa. Noi dobbiamo mettere tutto in campo”.

Così è stato. Nessuna paura, tanto rispetto e tanto coraggio, come voleva mister Fonseca. E al Bernabeu, anche se siamo in territorio dell'Unione Europea, in mezzo al campo è comparsa la Dogana. Che fa rima con Fofana. Anzi, Foffána.


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