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Il calcio totale di Allegri

di Redazione MilanNews
Fonte: Gigi Beltrame per milan7

Il Milan di Allegri è una delle poche squadre che, negli ultimi anni, è in grado di praticare un calcio totale.
Per vederlo, però, gli interpreti devono essere in buone condizioni fisiche. Ma è evidente che quando accade è davvero piacevole assistere alla partita.
Sgombiamo immediatamente ogni dubbio sugli interpreti, perché la partita che prenderemo in esame è Milan-Arsenal.
Partiamo dal movimento degli attaccanti, quello di solito più complicato.
Ibra è il leader, luomo su cui ruotano i due compagni di reparto, nel caso specifico Boateng e Robinho, ma anche in questo caso non è un problema di interpreti, perché i movimenti e il gioco espresso labbiamo visto anche contro il Cesena.
La palla viene giostrata e i giocatori che stanno davanti devono preoccuparsi di farsi trovare pronti a riceverla, ma soprattutto a permettere gli inserimenti dei centrocampisti o dei laterali difensivi.
Un calcio totale, quello di Allegri, che prevede la gestione della palla accompagnata da qualche lancio lungo, la sciabolata classica, detta come Piccinini, pensata principalmente per tagliare il campo e trovare spazi.
Questo stile di gioco, che spesso irrita, soprattutto quando battiamo i calci dangolo, è una prerogativa che avevano già le squadre di mister Galeone, portata in questa epoca - probabilmente anche per la qualità degli interpreti - a livelli nettamente superiori.
Lattacco del Milan non rinuncia assolutamente alla fantasia e al genio: non dimentichiamo il Cassano di inizio stagione, che si deve però inserire in un contesto di movimenti che devono assicurare un equilibrio alla squadra.
Robinho, quando sta bene, è linterprete ideale del calcio totale di Allegri, con i sui doppi passi e i movimenti rapidi, ma è altrettanto fondamentale il movimento di un altro avanti, magari più muscolare.
Scendiamo. A centrocampo cè un ruolo insostituibile, quello Marc van Bommel, che per Allegri è il metronomo per eccellenza. Puntello ideale per ogni ripartenza, il suo compito è quello di appoggiare la palla al suo fianco e farsi trovare disponibile a dettare il passaggio. Dei tre centrocampisti, ricopre lunico ruolo di colui che non è votato ad entrare in area avversaria, ma un ruolo di sacrificio e attenzione ai movimenti di tutti i compagni.
I laterali, invece, si devono muovere in sincrono, nel senso che devono guardarsi e contare gli avversari di fronte a loro per decidere di salire insieme. Hanno il compito di favorire le avanzate dei laterali difensivi e infilarsi negli spazi, più che tra le linee, degli schieramenti avversari. Nel calcio totale di Allegri devono saper giocare la palla rapidamente e, soprattutto, devono essere capaci di costruire situazioni di uno-due possibilmente ripetibili.
Dietro, invece, c'è il cuore della squadra: bloccare lazione e ripartire, ma soprattutto, in fase di possesso essere i primi ad allagare gli avversari in modo da creare spazio. I centrali hanno il compito complicato di richiamare i centrocampisti e tenere corta la squadra: lemblema è la prima partita contro il Barcellona. Al tempo stesso, devono farsi trovare disponibili per ricevere palla e girarla nellaltra fascia, quindi servono attenzione e piedi buoni.
I laterali devono chiudere e possibilmente spingere, sempre e comunque in costante contatto con i centrocampisti.
Sul calcio totale di Allegri sarà il caso ritornare: non saranno i tempi di Sacchi e della sua rivoluzione, ma è evidente che qualcosa di nuovo bolle nel pentolone del calcio italiano.


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