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Il bicchiere è mezzo vuoto, ma può riempirsi

di Matteo Calcagni

In altre ere il tiro di Flamini sarebbe finito in fondo al sacco, così come la conclusione di Emanuelson e l'inzuccata di El Shaarawy. In altre ere, esatto, ma non in questa. Non se la passa benissimo il Milan, costretto a racimolare un solo punto contro l'Anderlecht, sforzandosi di vedere mezzo pieno un bicchiere quasi vuolto, con le gocce rimanenti sparse alla rinfusa sul fondo. Massimiliano Allegri, dopo la doppia debacle casalinga, ha apportato un leggero cambiamento alla sua formazione. Il 4-3-2-1, funzionale in estate contro Schalke e Chelsea, non è riuscito a scassinare la retroguardia dell'Anderlecht, nonostante le sopracitate (ghiottissime) opportunità. In futuro quei palloni potranno anche varcare la linea di porta, ma è sul presente che vanno concentrate le attenzioni e formulati i ragionamenti. Come può migliorare questo Milan? Dove parte il vuoto psicologico e dove finisce quello tecnico? Interrogativi di difficile interpretazione, che non possono essere riassunti in semplici modifiche di strategie e/o di modulo. Certo, cambiare qualcosa potrebbe accendere qualche lampadina e smuovere qualche interruttore, sia mai che la via si illumini di nuovo. Lavorare sulla testa dei giocatori, tuttavia, è il primo fondamentale passo. Qualcuno di loro, nel corso della serata a reti bianche, sembra aver già recepito il messaggio. El Shaarawy, dopo un inizio balbettante (Samp e Bologna), ha svoltato, almeno a livello di intensità. Discorso simile per Nocerino che, come il più classico dei diesel, sta finalmente ritrovando, se non il gol, quantomeno lo spirito della scorsa annata. Come non citare anche Emanuelson? Il buon Emanuelson che, nonostante i ruoli sempre diversi, viaggia spedito senza mai togliere il piede dall'acceleratore. Commette errori, è vero, ma non si arrende mai. E questi sono solo tre, ma in realtà ce ne sono anche tanti altri. Alla fine, analizzando quel famoso bicchiere, e muovendolo alla base, potremmo osservare come le tante gocce sparpagliate si possano unire in un unico agglomerato. Il Milan deve fare questo, recuperare le individualità, soprattutto a livello motivazionale, e fonderle in un insieme compatto. Poi torneranno risultati e gioco (l'ordine non fa molta differenza) e il bicchiere si potrà riempire. La la stagione è lunghissima e il tempo per provare a risollevarsi c'è ancora, ma bisognerà proseguire tutti nella stessa direzione, nessuno escluso.


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