Ignazio e un'unica soluzione possibile
Sullo sfondo immagini di Thiago Silva, in campo con la maglia del Milan. Accanto, un po’ più sfumata, la smorfia di indecisione di Adriano Galliani che ammette la presenza di tentazioni (interessamenti), ma anche la voglia (“faremo il possibile”) di resistervi. Più in rilievo, gli azzurri che si allenano, e all’orizzonte, un Europeo atteso con un misto di ansia e bramosia. Non che dal 10 giugno dimenticheremo il calciomercato: non lo abbiamo mai fatto e non ci riusciremmo mai, soprattutto in virtù di tutto ciò che bolle in pentola, ma è fuor di dubbio che lo analizzeremo in maniera un po’ più superficiale, speranzosi che i colori azzurri ci diano di che distrarci positivamente. Perché un’altra immagine, molto più fausta in questi giorni, è quella dei rossoneri a Coverciano: di Cassano, che insieme a Nocerino ha già ampiamente dimostrato di sentirsi a proprio agio con indosso i colori azzurri, ma soprattutto di Abate, su cui abbiamo detto qualcosina in meno. A vederlo in azzurro, pronto per la prima volta nella sua vita a partecipare ad una competizione così importante con la maglia della Nazionale, ci si riempie di gioia il cuore. Magari non partirà titolare, o quantomeno dovrà lottare per diventarlo, ma del resto, a pane e competizione, Ignazio è cresciuto. Ha imparato presto a non porsi confini, a trovare nella corsa e ancora nella corsa le risorse su cui fondare il proprio successo. Si è posto fin da subito l’obbligo di non mollare, di non sentirsi stanco, di dare sempre il massimo, di non rifiutare uno scatto in più. Ha obbedito quando gli è stato chiesto di sacrificare, in parte, le proprie doti offensive e, anzi, da quell’arretramento ha trovato la forza per diventare più forte di prima, per mostrare a tutti di non sentirsi inferiore a nessuno. 113 presenze in tre anni con la maglia rossonera sono un premio, ma sono anche la dimostrazione che il lavoro spesso paga, e porta risultati sperati e insperati. Goditi l’azzurro che meriti Igna, quanto è lontano il 10 giugno…