Ibra non è al Milan per guardare: tutto il peso di Zlatan nel processo decisionale del Club
Tra le tante domande che riempiono la mente del tifoso in questo periodo, oltre alle classiche "Quando verrà annunciato il prossimo allenatore?" e "Chi sarà l'attaccante titolare della prossima stagione", uno degli interrogativi principali riguarda l'assetto dirigenziale ed il conseguente processo decisionale nelle scelte sportive. Dubbi che derivano anche dalla scelta comunicativa di Zlatan Ibrahimovic: lo svedese, da quando è rientrato nel Milan (anche se non compare nell'organigramma societario in quanto Senior Advisor di RedBird) da dirigente non ha mai rilasciato dichiarazioni e interviste per raccontare alla stampa e al pubblico le sue mansioni, oltre che il progetto rossonero in generale.
In attesa che Zlatan rompa il silenzio vi possiamo spiegare, per darvi così una chiave di lettura da utilizzare nel marasma che caratterizza ormai il racconto del mondo Milan, in che modo vengono prese le decisioni sportive nel club. Dopo l'allontanamento di Paolo Maldini, che dal suo ritorno in rossonero ha raggiunto traguardi incredibili, il Milan è tornato al "vecchio" processo decisionale che è stato in vigore fino alla stagione 2021/22. Ibra ha un ruolo decisamente centrale, guidando tutte le decisioni chiave e lavorando a stratto contatto con il CEO Giorgio Furlani, con il compito di trasformare in fatti la strategia scelta da Gerry Cardinale: il proprietario del club deve quindi apporre la sua firma sulle decisioni più importanti, come ad esempio la scelta dell'allenatore o l'acquisto dei calciatori. Scelte che nascono da Geoffrey Moncada, che deve identificare i profili adatti, e poi approvate da Ibrahimovic per la parte sportiva e da Giorgio Furlani per tutto quello che riguarda gli aspetti economico finanziari di ogni operazione.
Quindi sì, Ibrahimovic è certamente coinvolto, nonché artefice della scelta del prossimo allenatore rossonero: lo svedese condivide appieno la visione della proprietà e si è messo a completa disposizione dei colleghi Furlani e Moncada, abbracciando senza problemi la filosofia del lavoro collegiale. Lo ha ribadito lo stesso Furlani in più occasioni; l'ultima, un'intervista DAZN di fine aprile: "Zlatan è stato un campione in campo e sta facendo vedere di esserlo anche fuori dal campo. È una persona intelligente, curiosa, che porta tantissima esperienza, tanti anni di calcio in tanti club e paesi diverse. Le sue idee e le sue opinioni sono fondamentali nelle decisioni che riguardano il futuro del club. Io dico sempre non fate domande tecniche a me. Parleranno Zlatan e Geoffrey. L’importante è migliorare e ottenere traguardi e vittorie in futuro”.