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Ibra, Nesta, El Shaarawy? Ecco il dato più preoccupante...

di Francesco Somma

Dando un’occhiata alla classifica al termine di un turno infrasettimanale vinto soprattutto dalla neve, la prima cosa che viene da dire, così nell’immediato è “passo falso”. L’occasione era propizia per riportarsi in vetta – non che questo voglia dire tanto a febbraio – per compiere un altro passo importante in un campionato che assume sempre di più le sembianze di una guerra a tappe. La tappa capitolina il Milan l’ha fallita in pieno, un po’ per demeriti propri, un po’ per le assurde decisioni arbitrali, tanto per merito della Lazio, che tra le mura amiche dell’Olimpico sa essere un osso duro. L’assenza di Klose e la partenza di Cissé non hanno impedito gli uomini di Reja di disputare una partita maschia, fondata sulla determinazione e sulla voglia di vincere. Non che tutto questo al Milan sia mancato, o almeno, non nel primo tempo. I primi 45’ raccontano di una squadra padrona del campo e capace di creare 3 nitide palle gol; è mancata la concretezza, ma è mancato anche l’affiatamento tra Ibra ed El Shaarawy, entrambi forti ma entrambi nella fattispecie troppo innamorati di se stessi. Nel secondo tempo è stata un’altra storia, c’è poco da dire. Quando si mollano le intenzioni e la  capacità di imporre la propria supremazia, e non si riesce a risultare pericolosi, è più facile dare una ragione ad una sconfitta pesante, dura da digerire, frustrante ai fini della classifica, ma che ci può stare. Alla luce dell’avversario affrontato – non a caso anche all’andata la Lazio era rimasta viva contro i rossoneri – ma anche in ossequio alle tante, troppe assenze che attanagliano un centrocampo troppo muscolare e troppo poco creativo. A ben vedere, il dato preoccupante è relativo all’ennesima caduta contro una squadra di vertice. Tra le prime 7 della classe, l’unica a cadere sotto i colpi di Ibra è stata la Roma. L’hanno fatta franca, al termine di prestazioni di gran lunga peggiori rispetto a quella di ieri, il Napoli, l’Inter e soprattutto la Juventus, oltre ovviamente alla Lazio. E se è vero che i saggi dicono che per vincere il tricolore bisogna battere le piccole, è altrettanto vero che regalare alle grandi, nel solo girone d’andata, 13 punti, è oggettivamente deleterio. Aspettando tempi migliori, aspettando un ritorno migliore, aspettando Milan-Napoli e una tendenza da invertire.


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