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Honda e il mercato in uscita: necessità e rischi di posticipo

di Matteo Calcagni

Individuato l'obiettivo, ora è tempo di agire. Mollato Tevez, la seconda casella degli extracomunitari è riservata a Keisuke Honda, il quale ha già fatto intendere di volere fortissimamente il Milan. La concorrenza è forte, soprattutto dall'Inghilterra, ma i contatti sono avviati e i rossoneri sono in vantaggio. I problemi, che non mancano mai, sono due: la legittima volontà del CSKA di monetizzare, dato che il giocatore andrà in scadenza solo a dicembre, e l'arcinota necessità del Milan di sfoltire. Se la prima questione è aggirabile con un piccolo conguaglio, la seconda è di diversa risoluzione: impensabile che a far spazio ad Honda sia El Shaarawy, plausibile che il candidato sia Boateng o Robinho, ma bisogna far presto, soprattutto nel caso del brasiliano. In terra verdeoro le liste chiuderanno il 15 luglio, data ultima per effettuare il trasferimento di "O Rey de la Pedalada" al Santos: restano un paio di settimane per trovare un accordo, tempistica non esageratamente ampia vista la distanza che ad oggi intercorre tra domanda e offerta. Cosa succederebbe se il binomio ghanese-brasiliano non venisse ceduto? Honda verrebbe abbandonato? Difficile che il Milan si lasci sfuggire questo tipo di giocatore, vista la sua particolare situazione contrattuale. Il piano di riserva potrebbe portare ad un posticipo della trattativa: cedere Robinho a cifre inferiori nel mercato invernale (senza causare quindi minusvalenze a bilancio) ed ingaggiare Honda a parametro zero. Una via alternativa più convincente dal lato economico, meno dal punto di vista tecnico, visto che Robinho resterebbe con tenacia variabile e il nipponico arriverebbe solo a gennaio, eventualmente non utilizzabile in Champions League (ricordiamo che il club russo è già qualificato per la fase a gironi del torneo).


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