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Guardati dentro e brucia, continua a farlo

di Francesco Specchia

Arriva il momento più difficile. Fermarsi e guardarsi allo specchio per dirsi la verità, soprattutto se cruda e reale. Hai dato al calcio tanto, troppo, regalando emozioni e spesso lacrime di gioia, scrivendo finali così romantici e passionali che neanche Julia Quinn, Suzanne Brockmann e Jill Marie Landis sarebbero stati in grado. Oggi quello specchio che stai fissando incantato ti parla mettendo in risalto i primi capelli bianchi, le prime rughe, non approfondendo quello che hai dentro, quello che sei e il fuoco che bruci. Il mondo che ti circonda dice che senza di te il Milan non sarebbe stato lo stesso, il calcio avrebbe avuto meno ardore e meno sincerità. Lo sai benissimo, ogni medaglia ha due lati, quello oscuro per te si chiama gioventù. Lei avanza e spinge come un domino giù anche te. Maxi Lopez e Carlos Tevez i colpevoli di quello che ogni amante del calcio non vorrebbe accadesse mai, eppure… Se hai la fame di un 15enne… maledette primavere trascorse così in fretta tra valanghe di gol e ore infinite di allenamenti come fossero una finale di Champions. Maledetta Champions. Quella lista proprio non ti va giù, quanto è importante quel record. I difensori avversari temono la tua imprevedibilità, la tua scaltrezza e il tuo istinto killer, a questi si accoda anche il mago Josè Mourinho che prima della sfida della scorsa Champions disse: "Colui che temo più di tutti è lui", detto da uno che se ne intende un cicinin in più di altri (scusate il milanesismo). Non che tu possa raggiungere l'amico Mourinho, si sono sbarazzati di Raul… Parma, Atalanta le piazze incandescenti che abbraccerebbero il tuo fuoco, i rispettivi tifosi la benzina per infiammarti. Amore reciproco tra tifosi e te, quando dai tutto non puoi che essere amato. Latin lover del calcio. Umile e lavoratore mediti davanti a quello specchio sul tuo futuro. Incerto, nebuloso perché andare via a gennaio sarebbe una sconfitta e per un combattente come te. Allo stesso modo, nello stesso momento tu non puoi sedere in panchina, proprio no. La tua droga è quella di sporcare le reti avversarie e di impazzire il secondo dopo. Chissenefrega di Maxi Lopez e Carlos Tevez, la tua è storia, rimarrà per sempre. Usare il passato ti da fastidio, sei ancora un calciatore che senza quegli scarpini ai piedi si sente nudo, che senza il boato di San Siro soffre di malinconia che senza prato verde si sente perduto. Non fermarti, corri segna ed esulta, nessuno potrà rimpiazzarti nel cuore dei tifosi ma tu lo hai sempre detto: "Non voglio essere un peso dal momento in cuoi mi sentirò tale abbandonerò". Ovunque andrai troverai porte aperte, chi non vorrebbe averti con se. Se ti senti fallo. Corri e fai quello per cui sei nato. Continua a segnare Filippo Inzaghi.


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