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Giroud: "Siamo Campioni d'Italia ma vogliamo fare ancora di più, a Milano sto bene. Miglior attaccante al mondo? Penso ad Ibra"

di Manuel Del Vecchio

Nel corso della conferenza stampa in vista dei quarti di finale contro l'Inghilterra, Olivier Giroud parla della prossima sfida del Mondiale, del suo momento di forma e del Milan:

Sulla sfida contro gli Inglesi: "Non c'è nessuna eccessiva sicurezza in noi, siano tranquilli e fiduciosi, conosciamo le nostre qualità, affronteremo una grande squadra come l'Inghilterra. Penso che siamo andati molte bene dall'inizio del torneo. Siamo forti insieme; abbiamo un grande spirito di squadra. Siamo come un famiglia, ci sentiamo fortunati perché abbiamo qualità e talento in questa squadra, purtroppo abbiamo perso grandi giocatori, ma abbiamo le qualità per fare grandi cose grazie a questo spirito di squadra".

Sul Milan: "Quando sono arrivato a Milano era il momento giusto per avere un'altra sfida, il Milan mi ha dato una grande opportunità. Ho ancora anni buoni davanti a me. Posso ancora fare cose buone, tutto si decide in campo. Siamo campioni d'Italia, ma vogliamo fare ancora di più. Mi trovo bene a Milano".

Chi è il miglior attaccante al mondo? "Penso a Ibrahimovic, lui mi ha nominato miglior attaccante del Mondiale. Davvero, non lo so, non posso dire chi è il più forte. Per me l'esterno più forte è Kylian Mbappé, ma non è un vero numero 9. Non saprei nominarne uno in particolare". 

Su Harry Kane: "Di lui abbiamo già parlato con Hugo Lloris. È un giocatore che può avere un profilo paragonabile al mio: molto potente, gioco di testa, gioca bene spalle alla porta. Negli ultimi mesi, anni, gli piace scendere molto più in basso per partecipare al gioco, non so se è il suo allenatore o la sua volontà, fa tanti assist, ma è un goleador, sa mettere in evidenza i suoi compagni con passaggi che fanno male agli avversari. Devo guardarlo molto da vicino. Ci sono somiglianze, ma ci sono anche sette anni di distanza". 

Sul record raggiunto con la Francia: "Questo record mi ricorda tutti gli anni trascorsi, 11 anni in nazionale, tra alti e bassi, ma la cosa più importante è dare il buon esempio ai giovani, nella vita di tutti i giorni, che vogliono progredire e credere nella loro squadra. Sono arrivato nella squadra francese all'età di 25 anni. Se questo può essere un esempio per chi ha una carriera atipica, sarebbe un motivo di orgoglio. Non si può avere tutto subito. Bisogna credere nelle proprie qualità, si possono spostare le montagne, sono orgoglioso di essere arrivato a questo punto, ma non voglio fermarmi qui. Questa 52ª rete è per me un grande sollievo.”

Il suo momento di forma: "Mi sento molto bene, continuo ad avere un livello interessante a 36 anni. Una volta qualcuno mi ha detto che abbiamo tutti 20 anni, il resto è esperienza. Gioco come se avessi 20 anni, con la mentalità di un giovane. Ho fame di competizione, di obiettivi, di vittorie. Il mio corpo sembra sopportarlo, non ho limiti, voglio mostrare ai giovani che bisogna essere pazienti in una carriera. Se potrò accompagnarli, sarà un vero piacere".


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