Genio Ibra, jolly Emanuelson, muro Bonera: Milan ok quasi in scioltezza
Prima Ibra, poi Emanuelson: il Milan regola il Parma con un gol per tempo, dopo una prestazione normale, onesta, senza fumo ma con tanto arrosto. Uno 0-2 esterno che permette agli uomini di Allegri, sempre in piena emergenza, di tenere a distanza di sicurezza la Juventus, impegnata sul campo della Fiorentina.
Zambrotta sostituisce l’infortunato Abate, El Shaarawy prende il posto di Robinho, con Emanuelson a sorpresa spostato sulla destra.
Molto Parma e poco Milan nei primi quindici di gioco. Valdes mette in crisi Bonera nell’uno contro uno: dribbling secco a scartare il centrale rossonero (autore di una superba partita) e destro a giro che spaventa Abbiati. Lo stesso portiere milanista, poco più tardi, ne combina una delle sue, rinviando sui piedi Giovinco un pallone che la Pulce Atomica, per fortuna, non riesce a capitalizzare. E’ un Milan, come detto, contratto, imbolsito. Ibrahimovic predica nel deserto, con El Shaarawy volenteroso ma spesso impreciso ed Emanuelson frizzante ma poco incisivo. L’olandese, però, al minuto diciassette sale in cattedia procurandosi il penalty della svolta, con un sinistro potente esploso dal cuore dell’area gialloblu, che Zaccardo sporca si in angolo ma con un braccio. Ibra è implacabile dagli undici metri: pallone da una parte, Mirante dall’altra. E’ clamorosa la rete divorata dallo stesso Emanuelson qualche istante dopo: l’ex Ajax, a pochi centimetri da Mirante - già steso tra l’altro -, riesce nell’impresa di sparare in curva con il mancino. Zaccardo, ancora lui, stende in area Ibrahimovic: il rigore è netto (sarebbe stato anche rosso per il difensore di casa) ma Banti non se la sente di concedere il secondo tiro dal dischetto ai rossoneri. Cose da pazzi? No, semplicemente cose da arbitri scarsi. Attorno al quarantesimo, Thiago Silva stampa sulla sua traversa un colpo di testa che per poco non pareggia la situazione: una sorta di auto legno che, spavento a parte, non provoca altri danni. Per la serie, anche i fenomeni sbagliano. Altro giro, altro errore, stavolta commesso dal secondo fenomeno di casa Milan, Zlatan Ibrahimovic, che, tutto solo a tu per tu con Mirante, dopo il pasticcio di Morrone, mastica la sfera e la spedisce a lato. Ambrosini lotta, Muntari sembra lo stesso dell’ultima uscita contro il Lecce (decisamente sottotono), El Shaaravy ci mette l’anima ma concretizza poco: nel finale di tempo, il Faraone spara sul palo (con deviazione), da posizione defilata, un pallone servitagli al bacio dal solito, geniale Ibra.
I Ducali lasciano gli spogliatoi con il coltello tra i denti, ripresentandosi in campo con fare minaccioso. La retroguardia rossonera vacilla ma le squadre sono lunghissime e ci sono tutti i presupposti per chiudere la contesa in contropiede. Ibrahimovic sbaglia un gol praticamente fatto: bravo Mirante a sbrogliare sullo svedese ma in mezzo c’era Nocerino liberissimo, pronto a buttarla dentro. Al 54esimo ecco il capolavoro di Emanuelson: il trequartista si fa mezzo campo a tutta birra, supera un paio di avversari, scarta il portiere e deposita di giustezza: 2-0. Una rete da applausi. L’olandese ha l’opportunità per la doppietta personale ma, ben servito dal cervello Ibrahimovic, si incarta sul più bello, sbagliando tutto con il destro. Il Milan stacca la spina, forte del doppio vantaggio, lasciando metri ai padroni di casa, che tuttavia impensieriscono Abbiati solo nei minuti conclusivi, prima con un tiro dalla distanza, deviato, di Musacci, poi in pieno recupero con Floccari, che colpisce la traversa. Ma il finale di match è tutto per Rino Gattuso, che torna in campo dopo il lungo stop, osannato dai tifosi milanisti e, ovviamente, applaudito anche dai sostenitori avversari.
Finisce così, dunque, con il Milan che vince ancora, rimpolpando la propria classifica. I rossoneri sbancano il Tardini quasi in scioltezza, consolidando il primato. Ora tutti con la testa al ritorno di Tim Cup con la Juventus.