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Gazzetta - Weah: "I tifosi sono tristi e non va bene. Serve la svolta, i cinesi possono fare del Milan il nuovo Psg"

di Salvatore Trovato

Ci sono campioni e campioni, poi ci sono i fuoriclasse. Non solo in campo. George Weah è stato un grande centravanti, uno dei migliori che abbia mai vestito la maglia rossonera. Certamente uno dei più amati dal popolo milanista. Ed è un grande uomo, forgiato da un’infanzia difficile. "Ho avuto una vita molto difficile, a volte a casa non c’era neanche da mangiare, ricordare non mi piace. Poi non ci sono più mia mamma, mio papà, mia nonna: guardo al futuro. Cosa voglio fare in futuro? Essere al servizio dell’uomo. Grazie a Dio sono arrivato a 50 anni, ora spero nella buona salute, che non è facile avere. Voglio lavorare per il mio Paese, per la gente liberiana".

TRISTEZZA - Questo è Weah, come detto, un uomo di spessore ancor prima che un campione straordinario, protagonista di gare leggendarie e autore di gol indimenticabili. Il Milan gli è rimasto nel cuore e soffre nel vederlo così: "Ho visto qualche partita - ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport - e in effetti non è stata una soddisfazione. Però il Milan è il Milan, spero che ogni cosa funzioni. Non va bene che la gente allo stadio sia triste".

SI AI CINESI - Weah spera che i tifosi rossoneri possano presto tornare a sorridere, come ai suoi tempi. E se i cinesi possono risollevare il club, ben vengano: "Se possono fare una grande squadra, perché no? Con il Psg è stato uguale, per comprare i campioni servono soldi. Se il Milan è stata la squadra più forte mai vista? Sì, quel mio Milan, quello dei due scudetti, era fortissimo. Mai vista una squadra così. L’Italia mi manca. Viva l’Italia, come una volta".


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