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Gazzetta - Il nuovo stadio è un rebus: dalla demolizione di San Siro alla capienza, fino all'ipotesi Sesto

di Francesco Finulli

Mercoledì, presso Palazzo Marino, è cominciato il dibattito pubblico sul nuovo stadio di Milan e Inter che hanno presentato ai cittadini milanesi il piano di fattibilità della loro proposta. Le questioni da sciogliere sono tante ma anche i punti che hanno cercato di chiarire le due società con i propri rappresentanti. Dalla questione della demolizione di San Siro, fino alla capienza passando per i tempi di cantiere e l'ipotesi di Sesto.

Nodo San Siro

Come riporta questa mattina la Gazzetta dello Sport nel suo corposo approfondimento, la questione più grande riguarda ancora la sorte che verrà riservata all'attuale impianto di San Siro. Nè Milan nè Inter hanno mai paventato la possibilità di una ristrutturazione dello storico impianto: il restauro non è possibile perchè le squadre non saprebbero dove andare a giocare nel frattempo. Se, come da programma, il nuovo impianto sarà pronto per la stagione 2027-2028, dall'anno successivo comincerà la demolizione di San Siro e al suo posto dal 2030 vi sarà un edificio dalle diverse funzioni. Nonostante nuovi rendering, diversi dagli originali, è stato rimarcato che il progetto della Cattedrale proposto dallo studio Populous non è ancora tramontato: sono cambiate alcune volumetrie ma in fase di progetto esecutivo verrà deciso se mantenere effettivamente il disegno che si ispira al Duomo e alla Galleria Vittorio Emanuele. Il progetto totale ha un costo di 1,3 miliardi di euro circa.

Capienza e cantiere

Un'altra questione importante è quella della capienza dell'impianto, che accoglierà due delle squadre più seguite a livello mondiale. Mercoledì i club sono stati chiari: l'affluenza media storica si attesta attorno alle 60mila persone, per questo motivo lo stadio avrà una capienza di 60-65mila posti. L'obiettivo è ricavare da un perpetuo sold out e dal maggiore spazio dato agli sponsor, oltre che dalla zona commerciale intorno all'impianto. Per quanto riguarda i lavori, l'intenzione dei due club è partire nel 2024, dopo che il progetto sarà definito. Ma se il dibattito pubblico presenterà ulteriori problemi e non faciliterà il processo, ecco che potrebbero esserci soluzioni differenti come quella di Sesto che rimane ma ancora con un ruolo molto secondario.


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