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Gazzetta - Il "4-4-2" di Fonseca un modello di riferimento: nasce un nuovo Milan

di Francesco Finulli

Paulo Fonseca ci ha messo sei partite per trovare la quadra tattica del suo Milan ma alla luce di quanto successo domenica sera contro l'Inter, si può dire che, dopo sei formazioni diversi in altrettanti impegni stagionali, come ricorda la Gazzetta dello Sport,  il tecnico abbia trovato la quadra giusta su come mettere i suoi ragazzi in campo. Da capire ora come si declinerà lo schieramento anche per i prossimi impegni e se il portoghese continuerà con questa linea anche con avversari diversi dai nerazzurri.

Difesa (finalmente) solida

La svolta contro l'Inter è arrivata finalmente dalla difesa. In generale la fase difensiva rossonera è stata aiutata dalla linea dei quattro attaccanti e dalla loro prima pressione, ma nello specifico sono stati anche i singoli ad aumentare il livello. Su tutti c'è ovviamente Matteo Gabbia che ha giocato una partita praticamente perfetta, al di là del gol, limitando Lautaro Martinez: una scelta ripagata. Ora sarà difficile togliere il centrale italiano dal campo: Fonseca conta anche su un Tomori sempre energico e un Pavlovic che, al netto dei problemi in impostazione, si è dimostrato giocatore di carattere. La differenza, specialmente nel secondo tempo, l'ha fatta anche Youssouf Fofana i cui primi frutti stanno diventando visibili: lo schermo a centrocampo è perfetto e nella ripresa non fa passare nessuno. Questo permette anche a Tijjani Reijnders di agire con maggiore libertà e di avere più lucidità nelle scelte, manna dal cielo per il Milan.

La doppia punta

La vera svolta tattica però è stata la doppia punta, con Abraham e Morata uno accanto all'altro. La decisione più coraggiosa e vista di cattivo occhio alla vigilia che si è rivelata decisiva in entrambe le fasi. Abbiamo detto di quanto fosse importante la prima linea di pressione, capace di mandare in tilt il forte centrocampo dell'Inter.  Ma anche in fase di possesso le cose sono cambiate: con due attaccanti ci sono stati meno riferimenti per i difensore nerazzurri, abituati a giocare sulla posizione. La mobilità di Tammy e Alvaro non solo ha creato confusione tra le linee interiste ma ha anche permesso a Pulisic e Leao di buttarsi negli spazi che venivano creati. E c'è da dire che i rossoneri si sono mangiati anche diverse occasioni. Il prossimo passo, dunque, deve essere quello: maggiore concretezza davanti alla porta.


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