Gazzetta - Boban: "Milan Unito? Ci credevo. La proprietà deve essere chiara su obiettivi e budget"
Un Boban senza peli sulla lingua. Come sempre del resto. Il dirigente rossonero ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, nel corso della quale ha chiesto chiarezza a Elliott, esternando i suoi dubbi sulla presunta unità d’intenti sbandierata da Gazidis nei giorni scorsi. "Prendendo atto di mille difficoltà iniziali - ha dichiarato - delle differenze culturali e delle passioni rossonere ben diverse, con tutte le divergenze di vedute e qualche volta opposti pensieri, ancora qualche giorno fa pensavo fosse questa la realtà. Per come la vedo io, l’unità significa condivisione, l’unità è rispetto. Alla fine, la base di tutto è avere questo approccio, è l’unica via per poter lavorare e sentirsi bene".
Come detto, Boban ha lanciato una sorta di appello al fondo Elliott, chiedendo un confronto: "Con Gazidis abbiamo già parlato. Per il bene del Milan, è certamente necessario che il meeting con la proprietà avvenga al più presto. La proprietà deve essere chiara sia nel budget che negli obiettivi. In sintesi: noi rispettosi delle esigenze di equilibrio economico finanziario per garantire una sana e corretta gestione della società, la proprietà rispettosa dei risultati sportivi affidati a chi rappresenta la storia e i valori di un grande club. Al momento, nonostante gli sforzi nel mercato di gennaio e i tanti tagli, con due cessioni importanti e l’alleggerimento che deriva dai relativi ingaggi, non sappiamo che margini avremo".
In estate si proseguirà con il progetto giovani o si punterà sull’acquisto di giocatori più esperti, come a gennaio? "Ci è stato chiesto di ringiovanire la rosa e l’abbiamo fatto ma sostenendo sempre che ci vuole il giusto mix tra gioventù ed esperienza. Il mercato invernale ha dimostrato che avevamo ragione, basta vedere come i giovani siano cresciuti in breve tempo".
In casa Milan c’è un’aria piuttosto pesante, ma Boban spera che la situazione possa cambiare: "Noi siamo certi che il Milan abbia soltanto una strada, pensare in grande per un fatto semplice: si chiama il Milan, ha 120 anni di storia vincente, e ha sette Coppe dei Campioni vinte. Dobbiamo finire la stagione e vedere dove saremo, ma è già un Milan diverso. Noi non diciamo che si debba vincere l’anno prossimo, ma dobbiamo essere competitivi e giocarcela con tutti almeno in Italia. Siamo ben coscienti che non viviamo il Milan dei nostri tempi, ma un’ambizione vera che ti fa sognare ci dev’essere".