Fuori le mele marce, Allegri ora ha il suo gruppo
Fuori le mele marce. Così il Conte Max ha fatto di necessità virtù. L’acciuga livornese ha dovuto eliminare i senatori prima dell’estate – ecco, forse farlo tutti insieme non è stato particolarmente illuminato – e dopo si è trovato a fare i conti con personaggi scomodi quanto scontenti. E se rinunciare a Ibrahimovic – con Thiago incluso nel pacchetto – è stato tecnicamente doloroso quanto una coltellata nello sterno, rinunciare a Cassano è stata una benedizione. A detta di tutti.
Perché Zlatan è giocatore vero, a tutto tondo. E, effetto collaterale, è anche l’egoista più egocentrico della storia del gioco. Uno che spacca lo spogliatoio a suon di brontolii, figli del suo dannato complesso di superiorità. Uno che ti rimbrotta a voce e qualche volta anche fisicamente – Nenè e Onyewu possono far da testimoni -. Mentre Fantantonio è un disturbatore. Uno che non fa concentrare i compagni a furia di scherzi, battute e sfottò. Praticamente si comporta come Paolini con il compianto Frajese. In meno di 20 giorni ha già strappato la carne di dosso a Zanetti e Cambiasso – due che fanno della professionalità un mantra – costringendo Stramaccioni ad un lavoro di mediazione intensivo.
Un compito che Allegri – fortuna sua - non ha più. Lo insegna Marcello Lippi e la Nazionale del 2006. Non vince sempre la squadra più forte, ma per vincere bisogna remare tutte nella stessa direzione. Senza mele marce.