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ESCLUSIVA MN - De Paola: "In questo Milan serve più Tare di Paratici. Allegri-bis? Scelta sbagliata"

di Gaetano Mocciaro

Fabio Paratici e Igli Tare sono in prima fila per il ruolo di direttore sportivo del Milan. Qual è la soluzione migliore? Ne abbiamo parlato con Paolo De Paola, ex direttore sia di Tuttosport che del Corriere dello Sport, negli anni in cui i due dirigenti hanno operato alla Juventus e alla Lazio.

Paolo De Paola, Paratici e Tare sono in prima fila per ricoprire il ruolo di direttore sportivo del Milan. Sono profili che la convincono?
"A questo punto della loro carriera mi possono convincere entrambe le soluzioni. Sono persone completamente diverse con esperienze completamente diverse".

Paratici ha avuto un ruolo importante nel dominio della Juventus degli anni '10
"Paratici è un grandissimo scopritore di talenti, metteva a disposizione 5-6 alternative per ogni ruolo che chiedeva la società. Il salto di qualità gliel'ha fornito Andrea Agnelli, dopo che era all'ombra di Marotta. Il presidente ha voluto fare un'operazione svecchiamento, anche tra i dirigenti. Credo che fosse un passo troppo lungo, ma negli anni ha acquisito un'esperienza importantissima, anche col passaggio successivo al Tottenham".

Nel rapporto budget-risultati, i successi della Lazio hanno in Tare un protagonista
"Tare ha fatto le nozze coi fichi secchi. Ha dovuto barcamenarsi per trovare i profili giusti che creassero un vantaggio economico alla Lazio. Ha saputo sviluppare l'arte dell'arrangiarsi. È un profilo completamente diverso da Paratici che aveva maggiore disponibilità di scelta".

Se avesse facoltà di scegliere il nuovo direttore sportivo del Milan: tra i due, chi?
"Ho stima di entrambi, ma in un momento storico come questo servono personalità forti. C'è già Ibrahimovic, pertanto è necessaria una figura che non si faccia schiacciare dalla sua personalità e che sappia imporsi senza creare ulteriori dissidi. Tare è un dirigente che quando sceglie una strada la persegue e difende le sue scelte. Non che Paratici non sia capace, tutt'altro. Ma in questo caso c'è bisogno di qualcuno che faccia sentire il peso della società come Ibra. E Tare in questo momento potrebbe essere il profilo giusto".

A Roma negli ultimi anni è stato contestato
"Tare è un dirigente che cerca di capire le esigenze della società. E porta risultati. La Lazio, non a caso, assieme al Napoli è stata l'unica squadra che nello strapotere della Juventus ha portato dei trofei a casa. Non riconoscerlo è ingiusto. Certo, negli ultimi anni qualcosa si è rotto, ci sono stati alcuni dissidi con la tifoseria e Tare si è appiattito su scelte un po' più comode, che non hanno portato risultati".

Crede che la squalifica rimediata da Paratici possa macchiare la sua carriera?
"Sarò pragmatico: le esperienze, anche quelle negative, aiutano a formare. Magari ha agito con troppa leggerezza, è stato punito, ha pagato e ha capito. E certi errori non credo che verranno più ripetuti".

Da dove dovrà iniziare il lavoro del nuovo direttore sportivo?
"Anzitutto la squadra ha un problema d'identità che va risolto. Ognuno è il leader di se stesso ma non viene riconosciuto dagli altri. La rosa è tra le più forti del campionato ma non ha espresso identità. E questo sarà il primo compito del direttore sportivo che verrà scelto".

È già toto-allenatore, torna di moda il nome di Allegri
"Allegri è una scelta del tutto sbagliata. Poi magari arriverà lui al Milan e farà benissimo. Ma personalmente non credo nei cavalli di ritorno, pertanto lascerei perdere questo profilo".

Quale sarebbe il nome giusto?
"Il Milan aveva una grande occasione con Conte. Era lui il profilo da prendere. Anche perché nel Milan bisogna gestire troppe personalità e ne serve uno con una più forte. Allegri non ce l'ha così forte per gestire giocatori così diversi. Conte invece è l'identikit perfetto perché ha una personalità fortissima ed è un vincente".


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