El Shaarawy e Saponara, gol e non solo: una doppia riscossa voluta da Inzaghi
Prima vera amichevole estiva, prime indicazioni, primi gol del primo Milan di Inzaghi. Il caso ha voluto che a segnare, nel match di Solbiate Arno contro il Renate, siano stati due giocatori reduci da un anno sfortunatissimo: Stephan El Shaarawy e Riccardo Saponara. Il Faraone ha disputato 216 minuti nello scorso campionato, il forlivese ex Empoli 218: numeri che fanno capire quanto ci sia voglia, nelle teste dei due ragazzi, di lasciare alle spalle gli infortuni e ripartire col piglio giusto. Da non sottovalutare anche la mano di Inzaghi che, da subito, li ha messi in condizione per poter far bene, riportando El Shaarawy nel suo modulo e ricavandone uno nuovo per Saponara.
LA RIPARTENZA DI EL SHAARAWY - Stephan non segnava dal 20 agosto 2013, andata del playoff di Champions tra PSV Eindhoven e Milan. Nulla di paragonabile all'amichevole con il Renate, ma un gol è sempre un gol... Il numero 92, dopo il ritorno in campo, necessitava di ritrovare rapidamente la via della rete. Il 4-3-3 di Inzaghi può riportare il ventunenne savonese ai fasti del 2012/13, quando trascinò il rinnovato undici di Allegri a suon di gol. Gli infortuni, l'intervento chirurgico, il Mondiale sfumato, sono elementi che hanno certamente alimentato la "rabbia" del ragazzo, ora deciso a recuperare il tempo perduto e riconquistarsi il Milan.
SAPONARA, IDEA ACCATTIVAMENTE - Fino a poche settimane fa Saponara sembrava destinato ad un prestito o addirittura ad una cessione definitiva. Il club rossonero ha scelto però di trattenerlo, riscattando la seconda metà del cartellino dal Parma. Una scelta poi spiegata dal "piano" di Inzaghi: arretrare il nativo di Forlì e adattarlo come mezz'ala sinistra, ruolo vacante dopo il brutto infortunio di Riccardo Montolivo. Il numero 8, pur senza incantare, ha svolto diligentemente il nuovo compito, andando in crescendo sia nel test a Milanello sia nell'amichevole contro il Renate. Il gol non è solo una ciliegina, ma un messaggio vero e proprio: l'ex Empoli, oltre ad avere passo e piede, vede la rete come pochi. Una caratteristica che potrebbe farlo diventare un centrocampista di altissima importanza.