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È un Milan dal ritmo latino. Da Reina fino ad Higuain, non manca nulla: huevos, garra y gol

di Daniele Castagna

Passano gli anni, avanzano le stagioni, cambiano le maglie, i campioni vanno e vengono ma il Milan resta. E con esso, anche i cicli che ne hanno caratterizzato la storia, i successi ed i trionfi indimenticabili. Dal leggendario Diavolo degli olandesi a quello, distante solo dieci anni fa, verdeoro con Kakà, Ronaldinho, Pato, Serginho, Cafù, Dida, tutti uniti dallo stesso fil rouge: vincere, preferibilmente giocando bene ed alzando più trofei possibili. All'alba della stagione 2018, nessun superstite è ancora presente in rosa ma, con giacca e cravatta ben indossati, si sono spostati in dirigenza e panchina. Per riportare il Milan ai vertice, il club riparte da se stesso, dal proprio dna, posizionando Leonardo e Maldini al comando, la grinta e l'esperienza calcistica di Gattuso in panchina.

Ma ciò che davvero colpisce, scorrendo ad occhio il roster a disposizione, è il cambio di orizzonte del Diavolo verso lidi più... "latini". Su 29 atleti agli ordini di Rino, ben nove sono hispanohablanti, formando una vera e propria colonia del mate a Milanello. In ordine di posizione in campo, il nuovo Diablo potrà contare sulle prestazioni di Reina, Musacchio, Zapata, Biglia, José Mauri, Laxalt, Suso, Castillejo, Higuain. Un nucleo ben definito, coeso e compatto, quasi fosse alle fondamenta di ciò che Gattuso sta costruendo dal suo arrivo sulla panchina di San Siro. Un gruppo che, a ritmo di Maluma in spogliatoio, sta contagiando l'ambiente con quella voglia di vincere tipica di spagnoli e sudamericani. 

Analizzando dettagliatamente le caratteristiche di ogni membro del "clan", a questo Milan non manca nulla. Carisma, personalità forte e huevos (attributi, traducendo un po' soft) con Pepe Reina, la disponibilità di Zapata e l'alto livello di professionalità di Musacchio. Per non dimenticare le geometrie di Biglia, l'agonismo di Mauri e la mitologica garra charrúa di ogni uruguayo, presente anche nel fútbol di Diego "Valde" Laxalt. Suso e Castillejo impersonificano la tecnica ed il dribbling classico di chi, la zurda (il mancino), la usa per disegnare pennellate sulla cancha. Per concludere, il re dei cannonieri: Gonzalo Gerardo Higuain. Uno da 313 gol tra i professionisti negli ultimi tredici anni di carriera, ai quali non credo serva aggiungere altro. Sarà un Milan vincente? La risposta, come sempre, sta nel rettangolo verde. Non basta che aspettare. 


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