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Diritto o obbligo di riscatto: ecco la posizione del City

di Matteo Calcagni

Passi brevi ma non troppo: ecco il leitmotiv della giornata di giovedì, quando Ariedo Braida ha incontrato la dirigenza del Manchester City, rappresentata dall'Amministratore Delegato Brian Marwood. L'affare non è stato chiuso ma le distanze si sono molto assottigliate: i Citizens, che in precedenza erano disposti al solo trasferimento a titolo definitivo, si sono ammorbiditi fino a proporre un prestito con obbligo di riscatto. Il Milan, che non ama gli obblighi, è rimasto fermo sulla sua posizione, conscio che gli inglesi (o gli sceicchi) possano modificare ancora la propria posizione. Anche Zlatan Ibrahimovic, uno il cui riscatto era più che certo, è stato acquisito dal Barcellona con un semplice diritto: il Diavolo, memore dell'operazione Mancini (il cui mancato obbligo è stato compensato da una penale), preferisce evitare questo genere di trasferimento. La via di mezzo, come lo è stata per Alberto Aquilani, potrebbe essere rappresentata da qualche clausola all'interno del contratto: presenze, gol, minuti giocati che, se realizzati, andrebbero ad obbligare Galliani ad acquistare in estate l'Apache. Perchè il City ha paura di ritrovarsi di nuovo l'argentino a Manchester? Non è solo un problema di gestione dello spogliatoio, ma prettamente economico: se gli azzurri vincessero la Premier, infatti, dovrebbero corrispondere a Tevez, per gli ultimi due anni del suo contratto, circa il doppio del consenso attualmente percepito. Un bonus sottoscritto all'epoca del trasferimento dallo United al City che, Samuel Eto'o a parte, farebbe diventare Carlitos il più pagato al mondo. Si parla di addirittura 35 milioni lordi all'anno, una cifra esagerata anche per lo sceicco Mansour. Proprio per questo motivo, dunque, gli inglesi vorrebbero tutelarsi, togliendosi un peso senza correre eventuali e futuri rischi. Compito di Galliani, più che trattare, è tranquillizzare i Citizens, facendogli capire che il Diavolo, quando si tratta di grandi giocatori, mantiene la parola e non rispedisce "pacchi" al mittente.


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