Decreto Crescita troppo importante, Furlani: "È l'unica norma che ci aiuta"
Entrato in vigore nel 2017, il decreto crescita ha influito sicuramente nel calcio italiano, agevolando i club nei costi per i dipendenti, tra cui i calciatori stessi. Nell'ultimo mesi si è discusso molto su questa legge, rimasta solo, per l'appunto, per i lavoratori dello sport. Ma che influenza sta avendo il decreto crescita sul calcio italiano? Sicuramente ha portato un aumento di competizione, ha migliorato i conti delle società e soprattutto aiuta a diminuire il gap con i campionati esteri maggiori come la Premier League.
In merito al decreto crescita, Giorgio Furlani ha spiegato a Radio Serie A: "Negli ultimi anni abbiamo visto come il calcio italiano stia recuperando competitività, in un contesto in cui ci sono diverse regole non scritte che ci rendono poco competitivi come l'impossibilità sugli stadi o le difficoltà sui contratti; il decreto Crescita è l'unica norma che ci aiuta, perché ci consente di attirare talento che, di fatto, come squadre italiane non ci potremmo permettere".
E se da una parte migliora il lato sportivo, anche quello legato al business che ruota attorno al mondo del calcio ha ricevuto sicuramente una spinta con l'aiuto del decreto crescita, come affermato sempre dell'amministratore delegato rossonero: "A livello di economia di Paese, inoltre, mi sembra una follia andare contro il Decreto Crescita: avere talento e avanzare in Europa significa avere una maggior quota nel diritti televisivi globali, sponsor in aumento e così via. Declinare centinaia di milioni di euro che entrano nel Paese mi sembra una follia. I grandi club stanno guardando ai nuovi stadi: il Paese ne ha bisogno e sarebbero finanziati interamente da capitali stranieri".
Anche il presidente del Milan, Paolo Scaroni, durante il media brief in occasione dell'approvazione del bilancio del club, ha parlato pure del decreto crescita: "Se il decreto crescita dovesse eliminare i vantaggi fiscali per i giocatori stranieri, noi non li potremo più prendere, ma non è che il fisco ci guadagnerebbe. Però il calcio italiano perderà valore e, avremo meno sponsor e meno spettatori", ha spiegato il presidente Scaroni.