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Dallo Zar al Faraone: il Milan sta trovando il nuovo idolo

di Pietro Mazzara

Andriy Shevchenko, quando parla, non lo fa mai a caso. Le sue parole alla Gazzetta dello Sport su Stephan El Shaarawy sanno d’investitura importante come una sorta di passaggio di testimone tra uno che ha fatto la storia rossonera e uno che, si spera, possa ripercorrere le sue orme negli anni a venire. "E' veloce, ha grande tecnica, e ha la freschezza e la lucidità che serve nei momenti decisivi. Nella progressione - assicura Sheva - mi ricorda un po' ". Le luci della ribalta non sembrano abbagliare gli occhi del Faraone, divenuto Zar per una notte sul prato del Pietrovskji di San Pietroburgo, ma gli hanno solo fiorato la cresta che in testa, intesa come capelli, è sempre alta. In allenamento e nella vita invece la tiene bassa e rimane con i piedi per terra anche grazie al lavoro del suo procuratore, Roberto La Florio, e della sua famiglia con il padre Sabri e il fratello Manuel che gli stanno sempre molto vicini. Chissà come avrà preso le parole di Sheva lui che si ispira a uno che con l’ucraino ci ha giocato, ovvero Kakà. Stephan ha tutto per diventare un campione, i compagni lo sanno e lo sa anche lui ma ci vorrà tempo, pazienza e maturazione. Ma la strada verso il trono di Sheva sembra essere segnata anche perché in lui pare che si stia facendo un processo molto simile a quelli fatti con Sheva e Kakà. Farlo diventare l'idolo di San Siro. Perché innamorarsi nel calcio pare ancora possibile.

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