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Dai babyface ai bad boy: come cambia la mentalità per vincere

di Pietro Mazzara

Dai babyface ai badboy. Come cambia la musica in via Turati e a Milanello con le ultime finestre di mercato che hanno portato, in maglia rossonera, calciatori dal carattere fumantino e definiti come delle “teste calde”. Un’inversione di tendenza importante che ha fatto cadere quello status presidenziale che, per più volte, fece saltare acquisti potenziali perché non ritenuti idonei allo stretto ed intransigente codice deontologico del club milanista. Sembrano così lontani i tempi in cui le ragazzine di fede rossonera si innamoravano di Shevchenko e Kakà, di Pato e di Beckham mente, adesso, sono i caratteri forti, i giocatori di una certa personalità a far capolino nelle preferenze dei tifosi. Un cambio di mentalità dovuto anche alle occasioni che ha offerto il mercato perché da Ibra a Boateng, da Robinho a Cassano non deve essere stato facile far coesistere dei caratteri così focosi nello spogliatoio. Adesso un nuovo “bad boy” è nelle mire di via Turati. Carlitos Tevez, il machado, proprio colui che venne scartato dopo la finale della Coppa Intercontinentale del 2003 perché non venne ritenuto “non conforme” ai canoni stilistici presidenziali. Adesso però la musica è cambiata ma c’è un comune denominatore tra questo stravolgimento dei concetti: il valore tecnico dei giocatori acquistati. Un fattore imprescindibile perché per giocare nel Milan ci vogliono dei connotati ben precisi e questa voglia continua di riscatto, che è quella che ha portato Ibra a vestirsi di rossonero così come Binho e Cassano, può essere un valore aggiuntivo alla mentalità vincente che si respira solamente entrando a Milanello, bad boy o meno.


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