Da marzo a febbraio, Ibra basta così
Passa meno di un anno e Ibra ci ricasca, brucia le tappe e lascia il Milan in dieci in un incontro chiave, in una fase della stagione fondamentale per quelle che sono le ambizioni milaniste almeno in campionato. Ennesimo colpo di testa dello svedese, raptus diverso quanto simile, a quello che colpì Rossi nello sciagurato Milan-Bari (marzo 2011), pari anche in quella occasione, dal forte sapore di beffa. Perde le staffe il n.11 e di conseguenza perde lucidità il tecnico Massimiliano Allegri, un marasma che non fa bene ai rossoneri, graziati dalla Juve. Il Milan perde il proprio centravanti, colui che mal di pancia o rafreddori, riesce a creare sempre scompiglio, a volte eccedendo (come accaduto contro il Napoli). Il carrozzone mediatico è già partito, tutti a far la conta della pena che andrà a colpire il "violento", i più a speculare in vista della Juve, match che vale quasi l'intera stagione o che comunque si presta come match-ball, atto a riaprire i giochi a favore del "Diavolo", o indirizzarli pro-bianconeri. I rossoneri impattano contro un Napoli rinunciatario, quasi al limite dell'inverosimile, un punto che non pesa sulla giornata, ma che ha un gusto tutt'altro che dolce. Il giudice sportivo a breve emetterà il suo verdetto, la condotta di Ibra assolutamente negativa, non è carica di cattiveria, o almeno non in forma maggiore rispetto a quella di altri (Aronica), ma prima di pensare avanti, giusto riflettere all'interno dello spogliatoio. Serve ri-ossigenare le idee, ritrovare lucidità e calma, quella utile per risolvere le partite più complicate e gestire al meglio la pressione dei media, degli avversari e di una critica fattasi rumorosa. Basta così per quanto riguarda i colpi di testa, bastano questi isterismi a complicare un momento già non facile di suo. Provveda Adriano Galliani a riportare un minimo di serenità, prendendo anche quelle decisioni che viste da fuori, potrebbero sembrare eccessive.