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Da Abate a De Sciglio: quanto cambia il Milan nell'ampiezza del suo gioco...

di Pietro Mazzara

Seppur in piena difficoltà tecnica e d’identità, il terzo Milan di Massimiliano Allegri sta scoprendo, a poco a poco, un fattore fondamentale per provare a cambiare rotta. Con De Sciglio, Emanuelson ed El Shaarawy contemporaneamente insieme in campo, il Milan ha allargato la sua ampiezza sul rettangolo verde il che comporta un allargamento automatico delle maglie delle difese avversarie. La rilevazione è molto più netta con De Sciglio in campo sulla corsia di destra perché è l’unico che si fa dare il pallone non in posizione statica, bensì sulla corsa oppure già oltre l’avversario e pronto a imbastire un’azione potenzialmente pericolosa. Lo stesso discorso lo si può fare per Emanuelson ed El Shaarawy. Entrambi prediligono allargarsi sulla zona mancina del campo creando così gli spazi necessari ai centrocampisti per gli inserimenti ma anche mettendo le basi per eventuali cross dentro l’area di rigore. Con Antonini che spinge come un dannato il gioco poi dovrebbe risultare più semplice almeno in quella zona di campo. Discorso diverso sull’out di destra quando gioca Abate. Ignazio non è abituato ad andare sulla corsa (forse consapevole anche di alcuni suoi limiti a livello tecnico) ma vuole il pallone sui piedi per poi attaccare la fascia. Ma con lui le cose cambiano: al posto di arrivare sul lato corto dell’area di rigore e cercare il cross, Abate taglia sistematicamente verso il centro andando a creare densità difensiva da parte degli avversari che ostruiscono così eventuali direzioni di passaggio. Insomma, in un momento dove le difficoltà sono elevate all’ennesima potenza, puntare su chi ha imprevedibilità e caratteristiche utili ad aprire le retroguardie avversarie risulta essere un punto focale dal quale non si può prescindere.


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