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CorSport - Condizione, testa e tattica: dove è calato il Milan e da dove deve ripartire

di Francesco Finulli

Il Milan è ancora dentro alle sabbie mobili. I rossoneri proseguono nel loro momento no, il più basso da quando Pioli è arrivato alla guida della squadra nell'autunno 2019, inaugurato con la rimonta della Roma lo scorso 8 gennaio. Una squadra ufficialmente in crisi che ha perso molte certezze e che, secondo il Corriere dello Sport di questa mattina, non si ritrova più in condizione fisica, forza mentale e dinamiche tattiche.

Cercasi leader

L'aspetto che è stato più evidenziato da Pioli, anche dopo la gara contro la Lazio, è proprio quello legato alla tenuta mentale. Il Milan ha perso completamente le sue certezze. Sembra che quel colpo di testa di Ibanez sia stato come una palla di cannone che si abbatte contro un muro, tirandolo giù. Ai rossoneri manca quello spirito che, non solo nella stagione scorsa trionfale ma anche in quelle precedenti con Pioli alla guida, veniva fuori specialmente nei grandi momenti di difficoltà. Ha lasciato di stucco la prestazione scarica e vuota dell'Olimpico, specialmente dopo un 3-0 secco contro i rivali di sempre dell'Inter nella Supercoppa meno di una settimana prima. Nello spogliatoio è evidente che mancano quei leader che l'anno scorso hanno saputo trainare la squadra: da Mike Maignan a Simon Kjaer, passando anche per Florenzi ma soprattutto per Zlatan Ibrahimovic. Il problema più grande è questo per Pioli: la testa.

Qatar, infermeria e centrocampo

Un'altra grande piaga che si è abbattuta sul Milan nel corso di questa stagione (ma non è una completa novità se andiamo a vedere lo storico delle precedenti) è quella degli infortuni. Nel corso di questo anno la rosa di Pioli è stata funestata: in attacco Rebic e Origi hanno giocato pochissimo, costringendo Giroud agli straordinari. Soprattutto però sta mancando Mike Maignan che è fuori da più di quattro mesi per due infortuni al polpaccio: la sua assenza non è solo tecnica ma soprattutto carismatica. A questo si aggiunge il Mondiale in Qatar che ha restituito i francesi Giroud e Theo comprensibilmente spompati e senza la possibilità di essere tenuti a riposo per i motivi di cui sopra. C'è, per concludere, anche un aspetto taticco da valutare: il 4-2-3-1 del Milan, specialmente quest'anno con trequartisti come Diaz e De Ketelaere, è molto offensivo e i due centrocampisti si ritrovano spesso a lavorare il doppio e con maggiore frenesia, lasciati un po' a se stessi. Anche da questo punto di vista Pioli dovrà trovare delle soluzioni.


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