CorSera - Di Bello sospeso per un mese: paga la gestione, non le decisioni ritenute giuste
Il clima post partita di Lazio-Milan è stato incandescente. Ma gli animi si sono surriscaldati già sul terreno di gioco, nel corso della partita che è stata un'escalation di nervosismo e tensione che l'arbitro Marco Di Bello, della sezione di Brindisi, non è riuscito a sedare e anzi ha alimentato con una gestione della gara sicuramente rivedibile. Ed è per questo che pagherà le conseguenze, non per le decisioni prese.
Saloon
Secondo il retroscena di Carlos Passerini sul Corriere della Sera, il fischietto pugliese sarà fermato almeno per un mese dopo la prestazione di ieri sera dell'Olimpico che non ha convinto nemmeno i vertici arbitrali. Di Bello, però, non pagherà tanto per le decisioni prese in campo, ritenute comunque corrette dai suoi superiori, ma per la gestione della partita che si è trasformata, specialmente nella ripresa, in una rissa da saloon come non se ne vedevano da un po' in Serie A. Alla fine, oltre ai tre cartellini rossi, ci sono anche 11 ammonizioni: tra queste alcune pesantissime anche per il Milan perché sia Florenzi che Leao erano diffidati e saranno costretti a guardare la partita contro l'Empoli di domenica prossima a San Siro, direttamente dalla tribuna. Un arbitro non viene giudicato soprattutto per come gestisce le decisioni prese in campo e su queste ieri Di Bello ha clamorosamente fallito, facendosi sopraffare dalle proteste dei giocatori in campo e dai toni che si sono alzati fin da subito.
Decisioni giuste
Ciononostante, ciò che filtra dalla classe dirigente arbitrale, è che le decisioni di Di Bello sono state pure corrette. O quantomento le due decisive. Infatti per l'Aia è stato giusto non assegnare il rigore alla Lazio dopo il contatto tra Maignan e Castellanos, con il portiere del Milan che interviene molto prima sul pallone e poi nella dinamica dell'azione va a colpire il centravanti laziale. Ed è stato anche corretto espellere per seconda ammonizione Luca Pellegrini per la trattenuta su Pulisic: il pallone era in gioco e il cartellino giallo scatta in modo automatico. Da lì in poi le proteste dei biancocelesti si sono fatte sempre più feroci e Di Bello non ci ha capito più nulla, iniziando a tirare fuori cartellini da una parte e dall'altra senza seguire più nessun metro di giudizio e perdendo totalmente la gestione della gara. Dunque decisioni corrette ma scarsa attitudine nel sostenerle nell'arco dei 90 minuti.