Ci avevamo quasi creduto...
Novara-Milan all’orizzonte, un testacoda non privo di insidie ed ostacoli da non sottovalutare, e non è una semplice e banale frase fatta. Non sarà un pomeriggio di facile gestione quello che la Banda Allegri si appresta a vivere tra le mura del “Piola” e soprattutto, sul terreno di gioco del “Piola”. In erba sintetica, sulla falsa riga dei campi di ultima generazione, ma anche di quelli che possono rappresentare un pericolo da considerare seriamente. Lo sa bene Allegri, che nella conferenza stampa di vigilia ha puntato il dito contro un fondo a cui i colori rossoneri sono tutt’altro che abituati. Lo ha detto tra le altre cose, tante, offrendo spunti di ampio respiro. Quelli più interessanti, in ossequio alla tradizione delle ultime giornate, riguardano la formazione. In settimana avevamo auspicato una certa “prudenza” nei confronti di quelli che a nostro modo di vedere sono tranelli in cui non bisogna ricadere. Il nodo da sciogliere è sempre quello della trequarti, settore del campo su cui il tecnico livornese pare aver maturato, nelle ultime settimane, decisioni precise seppur di difficile comprensione. L’ottima prestazione confezionata mercoledì sera da Stephan El Shaarawy aveva spinto il Faraone in cima alla lista dei candidati a un posto da titolare. Se a questi aggiungiamo l’imprescindibilità del duo Binho-Ibra (soprattutto alla luce delle assenze di Pato e Boateng), il tridente anti-Novara sembrava in previsione praticamente già fatto. E invece no: dal primo minuto a ridosso delle punte ci sarà ancora una volta Urby Emanuelson. Lui, che a ridosso delle punte non ha mai giocato se non da quando indossa la casacca rossonera. Lui, che era arrivato a settembre con l’obiettivo preciso di tornare a far splendere il sole sulla corsia mancina. Lui, che in otto presenze da titolare ed altrettante da riserva subentrante, da quando ha varcato i cancelli di Milanello è stato autore di 1 gol e 1 assist. Con parsimonia, senza esagerare, non è mica un trequartista. Lui…