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Che cosa ci ha detto l'amichevole contro il City delle nuove idee di Fonseca

di Manuel Del Vecchio

Il calcio estivo è e rimarrà sempre calcio estivo. La vittoria contro il Manchester City di sabato sera, un 3-2 abbastanza divertente, ovviamente non deve illudere e far partire in quarta, così come un’eventuale sconfitta nelle prossime contro Real e Barcellona non dovrà portare a fasciarsi la testa anzitempo.

Commentare le prestazioni dei singoli può essere utile fino ad un certo punto, è invece molto più interessante sfruttare queste partite, giocate e preparate senza pressione, per capire che tipo di idee vuole provare ad implementare Paulo Fonseca nel suo Milan e quanto i giocatori stiano effettivamente recependo da queste prime settimane di allenamento.

E delle novità si sono viste fin dal primo sviluppo palla al piede, con Fonseca che ha usato spesso e volentieri i due centrali, a cui si è aggiunto in palleggio un Torriani sorprendentemente sicuro e sul pezzo. Quindi una costruzione a 3 (centrali e portiere). L’avversario di sabato, il City, ha un modo di giocare decisamente offensivo e portato alla riconquista immediata e alta del pallone. Quindi, nonostante gli interpreti (da una parte e dall’altra), non fossero di primo piano, l’uscita palla al piede dei rossoneri è stata comunque messa alla prova.

I centrali erano aiutati, in base alla zona di campo, sia da uno dei due centrocampisti (che andavano in posizione di vertice basso), e sia da due dei quattro giocatori offensivi (Saelemaekers, Colombo, Loftus-Cheek e Chukwueze), che in base alla fascia scendevano per dare soluzioni di scarico e poi ripartire in modo molto veloce. Infatti si è notato spesso Colombo scendere in mediana per dare una linea di passaggio (o portare via un uomo in pressione) e poi andare in transizione offensiva. Inoltre è stato molto importante il gioco delle “catene” per poi riuscire ad avere alcune linee di passaggio pulite: il movimento in sincrono di giocatori vicini ha fatto sì che un compagno si liberasse e riuscisse a posizionarsi in zona ottimale per trasformare l’azione in un attacco seguito da più interpreti. Si sono visti anche diversi cambi di gioco, cosa che in passato il Milan ha sfruttato poco, approfittando della “congestione” che si veniva a creare nella zona designata.

Per quanto riguarda la fase di non possesso si è vista subito un’attitudine diversa alla corsa all’indietro, con la squadra schierata con una sorta di 4-2-4 con pressione indirizzata: i due centrali, Colombo e Loftus, non uscivano subito a differenza dei compagni in fascia, che quindi davano il via ai giocatori della “catena” per la pressione organizzata. Colombo o Loftus invece salivano, senza troppa enfasi, per indirizzare il palleggio del City su una delle due fasce per poi andare quindi in uscita come descritto prima. C’è stata invece qualche difficoltà nelle imbucate centrali, con la squadra che si è trovata nuovamente a dover affrontare situazioni di uno contro uno in una zona nevralgica e pericolosa del campo.

Infine, i gol subiti arrivano da letture poco attente e svogliate di più giocatori difensivi, centrocampisti e centrali. Sul secondo gol ad esempio Calabria perde malamente il duello con Hamilton e Tomori non legge una parabola semplice, perdendo contatto visivo e fisico con l’avversario da seguire. È stato comunque un Milan fresco e desideroso di fare un calcio diverso rispetto agli ultimi anni. Sarà interessante capire come verranno sviluppate queste idee con tutti i titolari a disposizione.


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