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Centrocampo da rifare col vuoto in mezzo: via Bakayoko e dubbio Biglia, occhio a Sensi e sorpresa Vieira

di Daniele Castagna

Tecnicamente, Tiémoué Bakayoko è un giocatore del Milan fino al 30 giugno, ma l'addio è già ufficiale. Esordisce così la versione online de La Gazzetta dello Sport, analizzando la rivoluzione tecnica che attende il centrocampo rossonero nelle prossime settimane. Le parole del fratello agente, Abdoulaye Bakayoko, mettono la parola fine sulla corta (solo una stagione) ma intensissima avventura del francese col Diavolo. L'addio di 'Baka' apre un vuoto in mezzo, scrive la Rosea, ed il tema centrocampo sarà una delle urgenze assolute che il d.t. in pectore Maldini e il nuovo d.s. dovranno affrontare. 

Sì perché in questo preciso momento, sabato 8 giugno 2019, in rosa c'è solo un regista di ruolo: Lucas Biglia. I compagni sono tutte mezz'ali o trequartisti adattati (Kessié, Bonaventura, Paquetá) e le uscite di Bertolacci, Mauri e Montolivo rendono praticamente inconsistente il reparto. In via Aldo Rossi, scrive Gazzetta, dovranno sostanzialmente ricostruire un reparto intero. Ma tutto questo non basta perché, prosegue la versione online del quotidiano, nemmeno Lucas Biglia è così sicuro della permanenza: la carta d'identità pesa (33 anni) e il contratto in scadenza 2020 non aiuta a cementificare la sua posizione. Molto, se non tutto, dipenderà dalle intenzioni di Giampaolo che potrebbe decidere se affidarsi all'esperienza dell'ex Lazio o puntare su volti nuovi. 

Qualora venisse scelta la seconda strada, la Gazzetta evidenzia il nome di Stefano Sensi del Sassuolo: il profilo combacia perfettamente con le 'regole' di Elliott, ha 23 anni e piace per duttilità tattica e prezzo (circa 25 milioni). Attenzione però ad un nome a sorpresa per la cabina di regia del Diavolo. La nuova idea, rivela la Rosea, porta al rookie sampdoriano Ronaldo Vieira, 20enne che ha appena concluso la sua prima stagione in Serie A. Il costo è relativamente basso (sotto i 10 milioni) ma affidargli le chiavi della mediana - conclude Gazzetta - sarebbe una scommessa molto più rischiosa dell'operazione Bakayoko dell'agosto scorso.


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