Aquilani il presente, un danese terribile il futuro
Se è vero che Adriano Galliani, quando parla, dice quasi sempre la verità, nel tempo abbiamo imparato anche a leggere oltre quelle che sono le dichiarazioni di facciata del numero due di via Turati, in particolar modo sul mercato, materia nella quale il dirigente milanista è laureato a pieni voti da oltre un quarto di secolo. Dopo aver definito l’arrivo in rossonero di Alberto Aquilani, il Milan deve continuare a guardare a quel processo di ringiovanimento della rosa e, soprattutto, del centrocampo, reso necessario dall’ingiallimento sempre più costante della carta d’identità dei vari Gattuso, Ambrosini, Seedorf e van Bommel. L’ex centrocampista di Roma, Liverpool e Juventus non è che il primo tassello di una manovra volta a portare in prima squadra anche giovani dalle assolute potenzialità che, negli ultimi due anni, hanno avuto crescite esponenziali e potrebbero essere pronti a far bene. Ma oltre ai “canterani”, sempre più necessari anche in vista delle regole per le competizioni europee, il futuro del centrocampo milanista potrebbe passare anche dai piedi e dal fosforo di Christian Eriksen, danese classe 1992, titolare inamovibile dell’Ajax di Frank de Boer. Un diamante ormai lavorato dallo straordinario settore giovanile dei lancieri che ha fatto letteralmente innamorare di se, a livello calcistico, Ariedo Braida e che già nella gara di San Siro dello scorso dicembre tra il Milan e gli olandesi, aveva fatto vedere cose interessanti. 175 centimetri per 71 kg di puro talento che potrebbero fare assolutamente al caso del Milan del futuro, perché il futuro è dei giovani.